Il senatore Claudio Zin (MAIE), eletto in America Latina, è oggi intervenuto nell’Aula del Senato sul caso di Milagro Sala, dirigente politica argentina del Tupac Amaru, arrestata recentemente con l’ipotesi di aver commesso alcuni reati comuni.
Nei giorni scorsi, sottoscrivendo una petizione al Presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, alcuni europarlamentari avevano chiesto la scarcerazione di Milagro Sala, appellandosi al suo status di membro del Parlasur e ad una presunta persecuzione politica nei suoi confronti.
Il sen. Zin, con il suo intervento, ha voluto chiarire: “L’immunità parlamentare in questo caso non c’entra, né si può accettare l’idea che si tratti di un caso di persecuzione politica dell’opposizione da parte del nuovo Governo. Infatti i reati di cui la Sala è accusata non riguardano l’espressione di opinioni o voti fatti nell’esercizio delle sue funzioni di parlamentare, bensì svariati reati comuni tra cui, in particolare, malversazione di fondi pubblici, frode e violenza, in quanto dirigente del Tupac Amaru. Chi commette un reato deve renderne conto!”.
“Perciò – ha aggiunto Zin – ho ritenuto mio dovere, in qualità di senatore eletto in America del Sud, informare il Senato sul caso, esprimendo il pieno sostegno mio e del MAIE che rappresento all’azione giudiziaria in corso: un’azione che riteniamo più che legittima”.
“Inoltre, il MAIE rigetta qualsiasi tentativo di gettare fango sul nuovo corso politico dell’Argentina che, grazie al nuovo Presidente Macri, avanza nel pieno rispetto delle libertà individuali e di quelle collettive, e specialmente dell’indipendenza e autonomia dei poteri, come si conviene ad uno Stato moderno”.
“Mi spiace molto che un piccolo gruppo di europarlamentari – conclude Zin – abbiano firmato quella faziosa petizione, ma tra questi parlamentari, per fortuna, non ci sono gli italiani; cosa che mi conforta molto, perché mette in evidenza la maturità dei nostri politici nel parlamento europeo”.
Discussione su questo articolo