I primi faccia a faccia televisivi con il ko di Occhetto contro Berlusconi, la nascita del Tg5 e di Porta a Porta, lo scontro politico degli ultimi anni sulla Rai. C’era un bel pezzo della storia della televisione alla presentazione del libro di Clemente Mimun ‘Ho visto cose…’ (Mondadori) ai Musei Capitolini a Roma. Seduti uno accanto all’altro, oltre all’attuale direttore del Tg5, i suoi predecessori Carlo Rossella e Enrico Mentana, oltre a Bruno Vespa. Nel pubblico da Gianni Letta a Diego Della Valle, da Marco Pannella a Clemente Mastella, da Luciano De Crescenzo a Mario Sechi. ‘Ho visto molte cose, ma non quante ne ha viste Vespa. Dovremmo fare un libro insieme, ma so che non succedera’ perche’ lui e’ un solista’, ha esordito l’autore, che nel libro ripercorre la carriera cominciata nel ’71 da fattorino dell’agenzia Asca e evoluta nel giornalista che detiene il record di direzioni di tg, comprese quelle del Tg2 e del Tg1.
Mimun racconta aneddoti di quaranta anni di carriera, senza risparmiare frecciate nei confronti di colleghi, da Lilli Gruber a Francesco Giorgino, fino all’ictus che lo ha colpito nel gennaio 2011.
I quattro giornalisti si sono incrociati piu’ volte in carriera. ‘Quando lasciai il Tg1, mi dimisi senza chiedere stupidamente nulla – ha raccontato Vespa -. Mi abbassarono lo stipendio, chiesi di fare l’inviato e non me lo consentirono. Poi Rossella mi diede la possibilita’ di tornare in video. Dopo un po’ mi diedero due seconde serate settimanali in cui non credeva nessuno e nacque Porta a Porta’. Il giornalista ha anche rivelato che le conduttrici del Tg1 che si erano schierate contro la sua direzione ‘ultimamente sono tutte tornate per dire che si erano sbagliate. L’ultima e’ stata la Busi ed e’ stato un incontro toccante’.
Mentana ha ricordato gli anni in cui si trovo’ disoccupato, senza mai buttarsi giu’, prima di ricevere un bigliettino da Gianni Letta che lo invitava ad un incontro con Berlusconi per dare vita al Tg5. Poi venne il tempo del primo faccia a faccia televisivo. ‘Occhetto si presento’ con un antitelevisivo completo marrone e una pettinatura alla Little Tony e perse il confronto con Berlusconi – ha spiegato il direttore del TgLa7 -. In realta’ le scelte politiche non si fanno per i faccia a faccia’. Del periodo alla direzione del Tg5 ha parlato Rossella, assicurando che ‘si respirava aria di liberta’ e Berlusconi non chiamava mai’. Poi e’ tornato agli anni della direzione del Tg1. ‘Il momento piu’ triste – ha fatto sapere – fu quando io e altri direttori finimmo sulle copertine dei giornali disegnati come kapo’ o oggetto di inviti alla caccia all’uomo. Poi, quando lasciai il Tg1, anche da sinistra mi dissero ‘in fondo potevi restare’. Lo fece un uomo che stimo moltissimo, Massimo D’Alema’.
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