"Oggi è una giornata importante se anche l’Istat conferma ciò che gli operatori dicevano da tempo. Il patrimonio culturale è un grande strumento di sviluppo del paese" ma "per 10 anni si è scelto di tagliare anziché investire nella cultura". Lo afferma il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini in una intervista alla Stampa. E sottolinea: "I dati dell’Istat incoraggiano il lavoro che stiamo facendo per superare il paradosso di avere luoghi sovraffollati come Venezia e un patrimonio diffuso ma ancora non utilizzato nella sua capacità d’attrazione. L’Italia è un museo diffuso, la sua forza è in 100 città d’arte, 1000 borghi, siti archeologici, dobbiamo smettere di paragonarci a realtà culturali diverse", "è un sistema i cui musei sono legati al territorio. Gli Uffizi sono 12 volte più piccoli del Louvre, che senso ha il confronto?”.
“Guardiamo invece i dati del 2014, un anno di crisi in cui i 420 musei statali, il 10% del totale, hanno visto una crescita del 6,2% rispetto al 2013, ossia 40.287.398 visitatori, più dei 5 maggiori musei del mondo insieme".
Sul turismo dice: "Purtroppo il 15% dei turisti internazionali va sotto Roma e l’85% da Roma in su. Ma le potenzialità culturali del sud sono infinite. Per la prima volta abbiamo ottenuto dai fondi europei 490 milioni da investire obbligatoriamente sul recupero del patrimonio culturale e artistico del Mezzogiorno".
L’Unesco ha minacciato il bollino rosso per il transito delle grandi navi a Venezia e il ministro dei Beni Culturali commenta: "Il governo si è mosso, dal primo gennaio le navi oltre le 96 mila tonnellate non passano più davanti piazza San Marco e abbiamo altre ipotesi allo studio. Noto però un’irresistibile tentazione a cercare quanto non funziona trascurando che per esempio nel 2014 il turismo interno è calato, ma quello internazionale è aumentato. L’Expo sarà un grande traino, arriveranno dagli 8 ai 10 milioni di visitatori che tornando a casa potranno parlare bene dell’Italia".
Aggiunge che non si pagherà il ticket per Venezia: "Non si farà perché una città deve essere aperta. Più che ricorrere a misure interdittive bisogna valorizzare il resto ed evitare che siccome un abitante della terra deve vedere almeno una volta nella vita Roma e Firenze viene una tantum e non torna più. Chi viene deve tornare: l’Italia non ha solo la Scala ma 400 fondazioni liriche".
Le Domus di Pompei sono state riaperte, agosto ha visto un boom di visite del +12%. Ma, dice Merrill Lynch, l’indotto rende ancora il 5% del suo potenziale. "Sul sito di Pompei stiamo rispettando la tabella europea, l’Unesco lo conferma. Ci sono 23 cantieri attivi, 5 conclusi, 11 gare aggiudicate. Ma Pompei è un sito di 66 ettari e 22 ettari ancora da scavare. Sarà un cantiere permanente. Poi è vero, c’è un problema di infrastrutture, i turisti fanno la visita e vanno via. Lavoriamo sui fondi europei per riqualificare i servizi attorno ai grandi operatori culturali. La Campania e Napoli hanno potenziali enormi".
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