Ieri la pioggia battente a incrinare ancora di piu’, se possibile, l’equilibrio di una popolazione atterrita da due settimane di scosse sismiche ininterrotte. L’Emilia che dorme in tenda e in camper nel giardino di casa, o su una branda nei tanti campi di accoglienza disseminati sul suo territorio, si e’ svegliata sotto un bel sole a scacciare le nubi e la malinconia del cielo plumbeo. ‘Niente di che – racconta Bianca, educatrice della scuola materna di Mirandola, guardando il centro storico chiuso e zona rossa – ma almeno i raggi del sole mettono un po’ di allegria. Anche se, con il passare delle ore, la temperatura estiva non manca di generare qualche fastidio, soprattutto agli anziani, nelle tendopoli’. ‘Io – spiega Bianca – la sera dormo in un ‘accampamento’ di condomini. Abbiamo aperto le tende in un giardino in mezzo a due palazzi, ci hanno portato un bagno chimico e stiamo li’: nessuno se la sente di rientrare in casa, e la sera andiamo a mangiare al campo della protezione civile delle piscine. Ieri sera – sorride – c’erano addirittura tre primi e anche il ragu’ di cervo: sembrava quasi di essere a un ristorante’. Piccoli attimi di serenita’ di una emergenza che non si allenta e resta alta. ‘E’ inevitabile – chiosa l’educatrice – ieri notte c’e’ stata una scossa, pochi secondi e un boato: e’ difficile vivere cosi”.
Di certo non fra le mura domestiche: nel modenese ogni cittadina e’ punteggiata di camper, roulotte e tende igloo nel giardino di casa, auto ricolme di cuscini e generi alimentari parcheggiate di fronte all’abitazione e centri di accoglienza. Cinque nella sola Mirandola, tra i paesi piu’ colpiti dal sisma, con 250 posti ognuno, e quello allestito dal Friuli Venezia Giulia, nell’area degli impianti sportivi e piscine contornato dal municipio, preparato sotto le tende attrezzato per ogni evenienza, con il modulo farmacia e quello dedicato alla socialita’, quello per il gioco dei bambini e quelli tecnici per alleviare le difficolta’ e il disagio della cittadinanza.
A Novi di Modena – uno dei tanti simboli del terremoto, con la torre dell’orologio sbriciolarsi sull’asfalto – il campo di accoglienza ospita 350 persone, ma, spiega un volontario della protezione Anpas di Porto Sant’Elpidio, verranno aggiunti altri posti letto, perche’ la gente a dormire a casa, anche quando c’e’ l’agibilita’ della struttura, non ci pensa proprio. ‘Andiamo avanti a Lexotan – spiega una mamma della cittadina del modenese – all’inizio pensavamo alle scosse di assestamento, ora alle scosse di assestamento non ci credi piu’. Questo e’ il nostro paese, qui stiamo e rimaniamo: ci rialzeremo – conclude – ma e’ dura’. Duro, a volte, come vedere le telecamere delle tv che puntano la torre di Mirandola. ‘Quando passo vicino al centro – racconta nuovamente Bianca – le vedo e mi sembra che aspettino solo che cada, allora, dentro di me, dico alla torre: dai, resisti, resta lì’.
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