Torna a splendere la Madonna di Sant’Alessio, la preziosa opera del XIII secolo pronta a rientrare nella chiesa dei Santi Bonifacio e Alessio sull’Aventino, a Roma, dopo il restauro effettuato dall’Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Un intervento che ha restituito all’antica icona mariana la forma e i colori originali del volto grazie alla pulitura e la rimozione delle vernici alterate frutto di un restauro risalente agli Anni 50 e realizzato sotto la direzione di Cesare Brandi. In effetti, la storia del restauro realizzato oggi dagli esperti dell’Iscr inizia nel 1951, quando l’opera, che in origine era su tavola, versava "in condizioni gravissime".
Allora fu rimossa tutta la parte lignea, racconta Gisella Capponi, direttore dell’Istituto, in occasione della giornata di studi dedicata al restauro. "Il dipinto fu trattato come una tela" e, in quell’occasione, "fu usata la tecnica del tratteggio che Cesare Brandi aveva messo a punto nella ricomposizione dei dipinti della cappella Mazzatosta di Viterbo danneggiata dalla guerra". Salvata dal degrado, l’icona poi e’ tornata nella chiesa di Sant’Alessio fino a due anni fa, quando e’ stata esposta a Palazzo Venezia per una mostra sulle Icone delle Madonne miracolose. "Ma e’ li’ che si vide che i ritocchi risalenti al ’51 si erano pesantemente alterati e il dipinto e’ tornato da noi", ricorda Capponi.
Discussione su questo articolo