"Potrebbe diventare una rubrica della settimana enigmistica: trova le differenze. Con questa riforma – supposto che vada avanti – la Rai è e sarà identica a prima. Chi governa presume sempre di poter cambiare le cose mettendo le persone migliori, ma le riforme vanno fatte nella buona e nella cattiva sorte. E invece…". Lo afferma Enrico Mentana in una intervista a Repubblica.
Il direttore del Tg La7 aggiunge: "Mi pare che l’unica cosa sia un piccolo cambio nella governance. Se andiamo a rivedere i discorsi fatti da Renzi dopo la vittoria alle europee, quando entrò in rotta di collisione col sindacato, col discorso della messa sul mercato di Raiway che – si è visto subito – era tutt’altro che sballato, si vede che ipotizzava una Rai davvero riformabile. Quei discorsi però si sono persi per strada", "ora, con questa riforma, quali sono i cambiamenti che conosciamo a parte il ruolo dell’ad? Intanto tra due giorni tutto verrà fatto nello stesso modo. E anche quando scatterà il nuovo meccanismo, non risolverà l’unico vero difetto. Che a sceglierli sono sempre i partiti!".
Mentna conclude: "Tutti i partiti avevano fatto proposte molto più innovative di quel che è venuto fuori, ma vedo che si accomodano senza problemi al tavolo dell’ennesima lottizzazione: compresi i Cinquestelle, che ora sceglieranno il loro consigliere: non c’è una camera di compensazione rispetto alla politica, e poi dentro la Rai non soffia alcun vento riformatore".
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