Napolitano e i suoi vuoti di memoria – di Leonardo Cecca

Si avvicina il Natale e quale occasione migliore per giocare a tombola? Ora viene giocata quella relativa alle probabili dimissioni di Napolitano e poi, se verranno presentate, inizierà subito quella relativa al nuovo Capo di Stato. Sinceramente non credo che Napolitano faccia tale passo, soprattutto per due motivi: 1°, la notizia è stata sfornata dai media di sinistra tanto usi a giochetti da retrobottega, 2° perchè dobbiamo rammentarci che Napolitano nel 2013 annunciava a destra ed a manca che non avrebbe accettato il secondo mandato, cosa subito smentita dagli eventi.

Ad ogni buon conto se, per grazia divina, dovessero andare in porto le dimissioni, mi auguro solo alcune cose: 1°, che esse avvengano prima della fine dell’anno in modo di non sorbirci il rituale e stucchevole sermone di fine anno nel quale Napolitano per otto anni si è mostrato come salvatore della Patria, custode della Costituzione, rispettoso della democrazia e dell’imparzialità invitando tutti a fare sacrifici: non esattamente un buon antipasto per il cenone; 2°, se tale sermone ci dovesse essere, sarebbe auspicabile che Napolitano fosse finalmente sincero sulla sua formazione, dall’iscrizione ai Guf, al sostegno dell’Operazione Barbarossa, auspicando anche un intervento italiano a fianco dei tedeschi, e infine all’adesione, come molti attuali antifascisti, al partito comunista solo quando per il fascismo si preannunciava la fine. Vabbè, chi non ha mai avuto ripensamenti e/o folgorazioni, anche Paolo ne fece esperienza  sulla via per Damasco; 3°, racconti, da buon padre di famiglia, gli enormi sacrifici, soprattutto per gli scarni rimborsi aerei, che dovette sopportare da eurodeputato. E’ chiedere e/o sperare troppo? Non credo, anche perchè un Capo di Stato non dovrebbe avere scheletri nell’armadio.

Se Napolitano fosse un perfetto democratico, come Costituzione comanda, queste "cosucce" le avrebbe già rese pubbliche appena eletto Presidente, ma forse l’emozione per la nomina fu tale che creò subito dei vuoti di memoria che poi si sono  protratti nel tempo.