"L’atteggiamento del governo Renzi nei confronti della vicenda che riguarda i nostri marò, detenuti in India da un tempo che ormai pare un’eternità, è la cartina di tornasole di un esecutivo che oltre alle chiacchiere, alle slides, agli annunci, non è in grado di produrre nulla di buono". Così Ricky Filosa, coordinatore del MAIE in Centro America.
"Mentre i nostri fucilieri di Marina sono costretti in un Paese straniero, lontani dalle proprie famiglie e dalla propria Patria, Renzi si fa bello offrendo un gelato ai giornalisti e facendosi docce ghiacciate e divulgandole sui social. Ora che Latorre, uno dei due marò, è stato colpito da un malore, il caso torna prepotentemente a far parlare di sè. Persino i familiari ormai sono usciti allo scoperto, gridando il proprio dolore e il proprio sdegno nei confronti di un governo, quello italiano, che non ascolta, non trova soluzioni, non riesce a catalizzare l’attenzione dell’Europa su una vicenda che grida vendetta".
"Il ministro della Difesa, Pinotti, vola in India? Non basta. Condivido – prosegue l’esponente del MAIE – le parole di chi ha invitato il presidente del Consiglio a recarsi personalmente a New Delhi per battere i pugni sul tavolo una volta per tutte e tornare in Italia con Latorre e Girone. L’Italia non può più continuare a far finta di niente; il governo non può proseguire con la solita cantilena, dicendo che il caso dei marò è una priorità, solo quando la vicenda, periodicamente, torna all’attenzione dei media. Se siamo un Paese degno di rispetto da parte del mondo e della nostra Europa, allora il mondo e l’Europa si facciano sentire e collaborino attivamente con l’Italia per trovare soluzione a una vicenda vergognosa. Se così non sarà, vorrà dire che ormai l’Italia è vista dagli altri come una nazione debole e irrilevante; allo stesso tempo, significherà che il nostro premier è considerato dal mondo, e dall’India nello specifico, un bambino che può solo mangiare il gelato dietro gli adulti che contano, la Merkel e Hollande, in una barca, l’Europa, che affonda miseramente nonostante gli sforzi di Draghi. Così la copertina dell’Economist, così – conclude Filosa – si comincia a pensare anche in casa nostra".
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