Dall’India un altro schiaffo in faccia all’Italia per quanto riguarda la vicenda dei nostri due marò. L’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata – che si dimise dopo la scelta del governo Monti di rimandare Massimiliano Latorre e Francesco Girone in India – commenta la vicenda giudiziaria indiana in una intervista a Libero: “E’ uno schiaffo peggiore di quelli presi in passato: la nostra credibilità internazionale è sottoterra, e, fatto ancora più grave, ciò accade nel momento in cui Matteo Renzi guida il semestre di presidenza dell’Ue e Federica Mogherini è Alto rappresentante della politica estera Ue… Per fortuna che doveva essere la ‘carta decisiva’!".
Una decisione, dice, che "francamente" non si aspettava, "perché da otto mesi sentiamo dire dal premier, dai ministri degli Esteri e della Difesa che il clima di collaborazione instaurato con gli indiani avrebbe consentito di risolvere la vicenda", ma "è evidente a tutti che la volontà del governo è esattamente quella di non fare nulla. Diversamente avrebbero intrapreso l’unica strada possibile, cioè quella dell’arbitrato internazionale e della internazionalizzazione della crisi, coinvolgendo l’Onu, il Consiglio europeo, quello atlantico, il G20".
Franco Frattini, ex ministro degli Esteri del governo Berlusconi, in un’intervista ad Avvenire: “L`Europa per potere contare sull’India deve fare gesti politici. Non serve una nota stampa, ma una dichiarazione congiunta del presidente del Consiglio Tusk e del presidente della Commissione Juncker, a nome dei 28, al segretario generale dell’Onu, perché denunci la violazione di una norma internazionale a carico di un Paese dell’Ue. Se no, non ne usciamo". Secondo Frattini "bisognava internazionalizzare la crisi. Da subito", "non un anno e mezzo dopo incontrando Ban Ki-Moon. O appellandoci a Kathy Ashton perché dicesse mezza parola".
MINISTRI DIFESA ED ESTERI Intanto la ministra della Difesa Roberta Pinotti, davanti le commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, fa sapere che Massimiliano Latorre non può rientrare in India per questioni di salute: “Dato che cerco di seguire la vicenda quotidianamente conosco bene la situazione medica di Massimiliano Latorre, per questo dico che non ci sono le condizioni che possono consentire la sua partenza dall’Italia. La sua salute è una priorità" e questo non è "né un atto di sfida né una prova di forza, ma una serena e ferma presa d’atto di una situazione".
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un’audizione alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato ha detto: “Non c’è dubbio che tra le ulteriori decisioni su cui dobbiamo ragionare" riguardo al caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone "non possiamo affatto escludere il pratico avvio dell’arbitrato" internazionale "e dobbiamo sapere che questa ipotesi è molto chiaramente sul tavolo".
"Il governo si riserva i passi necessari a partire dall’urgente richiamo per consultazioni dell’ambasciatore italiano a Nuova Delhi", ha aggiunto Gentiloni. Il titolare della Farnesina ribadisce "l’irritazione del governo italiano per le decisioni della corte suprema indiana, che ha respinto richieste dettate da motivazioni sostanzialmente umanitarie".
Per il ministro "le autorita’ indiane da un lato chiedono un dialogo rispettoso tra le parti, dall’altro vengono meno alla tutela dei piu’ elementari diritti di natura umanitaria dei due maro’, dopo una serie di incredibili ritardi e rinvii". "L’Italia ha l’obbligo di reagire – ha proseguito Gentiloni -, mi auguro che la nostra reazione sia ferma e unitaria, per quanto possibile nell’ambito delle legittime valutazioni diverse di maggioranza e opposizione. Oggi l’Italia per essere forte ha bisogno di mostrare decisione, fermezza e unita’ all’esterno, di fronte a questa situazione".
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