“La situazione che si è determinata nel campo della promozione della lingua e cultura italiana nella Circoscrizione consolare di Londra a seguito della chiusura di circa 200 corsi e della decisione di messa in liquidazione del Coasit, lo storico ente gestore operante fin dal 1971, è grave e preoccupante sotto diversi profili. Si infligge prima di tutto un danno diretto e notevole alla comunità italiana poiché dalla chiusura sono colpiti 52 insegnanti di italiano, circa 2000 famiglie e 4911 studenti, nella maggior parte appartenenti a nuclei familiari di connazionali”. Così in una nota i parlamentari eletti all’estero con il Pd, Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro.
“Si interrompe, in secondo luogo, un percorso formativo fondato sul riconoscimento dei titoli di studio sia di livello medio-inferiore che di livello superiore, validi questi ultimi per l’accesso alle università, dove esistono diverse e qualificate sezioni di studi di italianistica che si alimentano proprio dai corsi di formazione scolastici ed extracurricolari.
Si crea poi un vulnus profondo nel sistema dei servizi che devono accompagnare i flussi di nuova emigrazione proprio nell’area di maggiore polarizzazione della mobilità, quella londinese, che sta interessando ogni anno centinaia di migliaia di italiani. Un trauma che si crea nel maggior pezzo d’Italia in movimento fuori dai confini nazionali.
Ci stiamo attivando in tutte le sedi opportune – amministrative, consolari, parlamentari e di governo – affinché si trovi una soluzione immediata a questa situazione e, soprattutto, non si metta in discussione l’avvio e il completamento del prossimo anno scolastico”.
“Poiché il tempo è drammaticamente breve e il peso sugli operatori, che non ricevono retribuzione dal mese di aprile, e sugli studenti è notevole, chiediamo che il Governo intervenga con la massima urgenza per sanare la ferita che si è aperta. Ci sarà modo, poi – concludono i dem – di discutere quali possano essere le misure più adatte a mettere gli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana al sicuro da vicende e contraddizioni che, come quelle di Londra, si tramutano in fattori di freno e di destabilizzazione del sistema formativo italiano all’estero”.