La legge elettorale perfetta non esiste e il “Rosatellum bis” alla fine può passare perché accontenta quasi tutti i leader. Resta un buco nero ma fondamentale, ovvero che NESSUN candidato al Parlamento verrà scelto dai cittadini ma TUTTI saranno indicati dai vertici dei partiti.
Questo aspetto si è già dimostrato una sciagura con il crollo del valore e delle capacità degli eletti, insistere è diabolico, ma soddisfa chi desidera avere intorno a sé solo yesman e “yesgirl”.
Eppure basterebbe poco per ribaltare il tavolo, ovvero che nei listini non passasse automaticamente il primo della lista – quindi sempre un “nominato “ – ma chi avesse preso più preferenze nel proprio collegio, evidentemente perché stimato dai cittadini. Concetto troppo semplice per leader che vogliono arruolare solo fedelissimi mentre con l’abbassamento al 3% di soglia minima tutti i “cespugli” in processione (da Verdini ad Alfano) torneranno ad avere il proprio posto garantito.
Non solo, per evitare che nei collegi uninominali qualcuno potesse votare “disgiuntamente” apprezzando un singolo candidato locale, anche se non del suo schieramento politico (come avviene per le elezioni del sindaco), ecco la proposta di obbligo di voto unico, costruendo così una perfetta occasione buttata per far crescere e qualitativamente migliorare la classe politica italiana.
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