Vincenzo Cimmino, Antonio e Raffaele Russo “non sono mai stati trovati e nessuno sa dire cosa sia accaduto. Solo sospetti. Serve fare luce sulla vicenda, continueremo a cercarli, perché non abbiamo nessuna prova che ci dice che i nostri connazionali siano morti”. Così dalle pagine di Cronache di Napoli l’avvocato Claudio Falleti, secondo cui le condanne degli agenti non bastano a chiudere il caso dei cugini napoletani Vincenzo Cimmino e Antonio Russo e del padre di quest’ultimo, Raffaele, scomparsi in Messico, a Tecalitlan, il 31 gennaio 2018 e per il cui rapimento e poi scomparsa sono stati condannati nel 2022 a 50 anni di carcere due agenti corrotti (un terzo è morto in carcere ed una loro collega è latitante) che li avrebbero “venduti” ad un gruppo di narcotrafficanti per mille pesos a testa, l’equivalente di 43 euro.
I parenti dei tre partenopei “chiedono giustizia, che le ricerche non si fermino e soprattutto che le autorità preposte costringano i poliziotti condannati a rivelare altre informazioni in loro possesso”, “l’inchiesta è tuttora in corso. Ma le autorità messicane potrebbero fermarsi dopo la condanna degli agenti corrotti”. Intanto il legale della famiglia con Francesco Russo, figlio di Raffaele, ha avuto un incontro nel consolato del Messico a Roma.