Dopo trent’anni dalla istituzione dei Comites, tempo durante il quale nessun connazionale, al di fuori di quelli che hanno cercato di trarne il loro utile per fini strumentali, si è accorto della loro esistenza, si vuole adesso gioire perché entro il 2014 si dovrebbero svolgere le elezioni per il rinnovo di tali organismi di rappresentanza. E’ questa la bella notizia che la sempre attenta e disinteressata On. Laura Garavini (Pd) ci ha proposto in anteprima. Ma non sarà perché proprio i rappresentanti eletti all’estero, che si sono prodigati affinchè questi pseudo organismi, che dovrebbero sulla carta adoperarsi a favore della collettività sparsa nel mondo, ne traggono il maggiore vantaggio? O perché, in prospettiva, vista anche la legge elettorale in esame in Parlamento, potrebbero ancora continuare a giocare un ruolo importante a tale fine?
Sfido i nostri eletti all’estero o chi per essi a giustificare l’operato dei Comites in tutti questi anni, che allo stato dei fatti niente hanno combinato, risultando solo dei meccanismi finalizzati alla difesa delle lobby esistenti in emigrazione per diversi fini.
Non sono stati capaci di assolvere al loro compito, lamentandosi, a pretesto, solo di non aver capacità economiche, viste come limite, ai fini di realizzare i loro interventi, equivocando in mala fede gli obiettivi e le funzioni che lo spirito della legge istituiva prevedeva.
Meglio sarebbe, forse, evitare le elezioni e risparmiare questi fondi che potrebbero essere destinati ad altre finalità nell’ambito dell’emigrazione. Altro che gioire per il loro rinnovo, c’è da piangere.
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