Ancora una missione all’estero del Vice Presidente del patronato ITAL UIL, Mario Castellengo, e della responsabile dell’Area Internazionale, Anna Ginanneschi, questa volta in Belgio, per un corso di aggiornamento tecnico per gli operatori ed i collaboratori delle sedi di Bruxelles, Charleroi, Liegi, Huy e Tubize.
Ha partecipato ai lavori, oltre alla Coordinatrice del Belgio Santina Murru, anche il Coordinatore dell’ITAL UIL Francia, Sebastiano Urgu, al fine di ottimizzare la collaborazione tra le due strutture per offrire una migliore assistenza e tutela ai connazionali che risiedono nella fascia di confine tra i due Paesi e che hanno, in tutto o in parte, una carriera lavorativa da frontaliere.
Come ormai consuetudine, a latere dei corsi di aggiornamento, nelle varie città visitate, si sono poi tenute delle riunioni dei circoli UIM locali con la partecipazione del Coordinatore Europeo della UIM, nonché membro del Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Dino Nardi. Così, come già accaduto in altri Paesi, anche in questi incontri sono emerse le veementi proteste dei pensionati INPS per le difficoltà che affrontano per le ripetute richieste di attestazione dell’esistenza in vita, delle dichiarazioni reddituali e per le richieste di restituzione di indebiti formatisi, peraltro, a seguito del malfunzionamento dell’istituto pensionistico italiano e non certamente per loro comportamenti truffaldini.
In particolare la protesta ha assunto toni elevati nell’incontro che si è tenuto a Liegi per la chiusura del locale Consolato Italiano e dello smantellamento della rete di corrispondenti consolari che vi faceva capo. Una situazione che costringe la numerosa Comunità italiana a rivolgersi alle uniche strutture italiane di servizio rimaste in loco e cioè i patronati. Strutture che, peraltro, per la mancanza di un convenzione di collaborazione con il MAE, che questi si rifiuta ostinatamente di concludere, nonostante le sollecitazioni dello stesso CGIE, non sempre possono soddisfare le richieste dei connazionali con il risultato che per molti servizi la Comunità è costretta a rivolgersi al Consolato Generale d’Italia di Charleroi con tutti i disagi che ciò comporta soprattutto per gli emigrati italiani più anziani.
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