Cautela e ottimismo. Sono queste le parole risuonate piu’ volte nella conferenza stampa che ha seguito l’incontro di oggi a Rangoon tra il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, e la leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi. La strada per la democrazia in Birmania e’ avviata ma ancora lunga e incerta: l’Italia ci ha scommesso su e – ha assicurato il capo della Farnesina – ‘lavorera’ insieme a Suu Kyi e a tutte le istituzioni sinceramente impegnate nel processo di transizione democratica’. Un sostegno, quello italiano, dimostrato ‘per decenni’, ha riconosciuto la premio Nobel per la pace, certa di poterci contare ‘anche in futuro’.
Un’ora di colloquio di buon mattino, al piano terra della sua casa sul lago Inya nell’ex capitale birmana, sorseggiando tè, mentre fuori la temperatura toccava i 40 gradi. ‘E’ stato un incontro toccante’, lo ha poi definito lo stesso Terzi su Twitter, ‘colpito dalla sua forte personalita’ e dalla tranquilla serenita’ con cui guarda agli obiettivi che ha davanti’.
E il primo degli obiettivi della ‘Signora’ carismatica e non violenta e’ quello di risolvere l’impasse che ha impedito finora il suo insediamento in parlamento, dove e’ stata eletta per la prima volta lo scorso 1 aprile. ‘E’ solo una questione tecnica, non politica’, ha spiegato Suu Kyi assicurando di voler continuare a servire il suo Paese ‘da dentro il parlamento, non da fuori come ho fatto finora’. L’ostacolo e’ il rifiuto della leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) di giurare sulla Costituzione voluta dall’ex giunta militare nel 2008, che e’ ‘piena di contraddizioni’, ha spiegato. Ma si e’ detta fiduciosa che si arrivera’ a una soluzione grazie al dialogo con il presidente Thein Sein, l’ex generale diventato nel 2011 capo del nuovo governo civile, uomo moderato e onesto (lo chiamano Mr Clean) che ha avviato le prime riforme del Paese. ‘Ho fiducia in lui’, ha dichiarato Suu Kyi senza alcuna esitazione.
Alla ‘Signora’, Terzi ha quindi ribadito quanto detto ieri a Thein Sein nel loro incontro a Naypyidaw: l’apertura della comunita’ internazionale e la sospensione delle sanzioni europee nei confronti della Birmania ‘saranno irreversibili, se anche il processo democratico in atto sara’ irreversibile’. In questo quadro l’Italia e’ pronta a investire in Birmania, ha detto il ministro accompagnato anche in questa tappa del suo tour nel sud-est asiatico da una delegazione di imprenditori, assicurando a Suu Kyi – da sempre preoccupata dello sfruttamento del suo popolo in nome del profitto – che le aziende italiane rispetteranno l’ambiente e la societa’ locale. Cosi’ come gli aiuti allo sviluppo che la Cooperazione mettera’ in campo (con una possibile conversione del debito da 16 milioni di euro) sul fronte sanitario, dell’educazione e delle infrastrutture, saranno ‘indirizzati ai reali bisogni della popolazione, senza entrare in logiche di influenze politiche che ne minerebbero la credibilita’ ‘. La stessa preoccupazione che ha fatto dire alla ‘Lady’: ‘I turisti sono i benvenuti, ma che siano responsabili e rispettosi dell’ambiente sociale ed economico’ del Paese.
Prima di congedarsi Terzi ha rivolto un invito ad Aung San Suu Kyi, ‘che il presidente Napolitano, il governo e gli italiani ammirano per la sua battaglia nonviolenta per la democrazia e i diritti umani e per il suo coraggio’, ‘a venire presto in Italia per visitare Torino e tutte le altre citta’ italiane che le hanno dato la cittadinanza onoraria’ negli anni in cui la dittatura militare la teneva agli arresti domiciliari, spaventata dall’amore per la liberta’ della ‘Signora’.
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