AGGIORNAMENTO – Poco dopo avere rilasciato la seguente intervista a ItaliaChiamaItalia, Tacconi ha lasciato il gruppo M5S alla Camera. Leggi l’approfondimento
Roma – "Processare qualcuno per aver espresso un’opinione diversa e’ roba da Medio Evo" aveva scritto poche ore fa Alessio Tacconi, unico eletto all’estero del Movimento5stelle, su Twitter e Facebook. Peccato che non la pensino allo stesso modo anche Grillo e Casaleggio che, proprio in queste ore, hanno affidato al giudizio del blog la condanna da loro già espressa nei confronti dei quattro senatori colpevoli di aver criticato quell’incontro tra Renzi e Grillo che si sta rivelando un boomerang per il comico genovese.
Tutto nasce dalle consultazioni tra il premier incaricato Renzi e Grillo. Un’occasione persa, per il vostro movimento?
“Ho condiviso la nota fatta dai quattro senatori, attualmente nell’occhio del ciclone proprio per questo episodio. Avrei preferito lasciar parlare il premier incaricato Matteo Renzi, fargli spiegare i suoi programmi e le azioni con le quali intende affrontare e risolvere le questioni più urgenti, per poi metterlo all’angolo e contrapporre alla sua visione la nostra visione, facendo opposizione in base a quanto detto dallo stesso Renzi. Non è andata così, va bene, lo accettiamo. Ci siamo solo permessi di fare un appunto alle modalità con le quali è avvenuto l’incontro”.
L’atteggiamento di Grillo non rischia di mettere in cattiva luce il lavoro che voi eletti fate, sia in Parlamento che al di fuori del palazzo?
“Grillo ha insistito nella sua posizione di totale chiusura. La sua scelta può essere legittima ma, in definitiva, ci ha spinto a non mettere in gioco gli otto milioni e mezzo di voti che abbiamo conquistato. Sì, forse è vero che in questo modo ci svantaggia e ci taglia fuori dalle decisioni importanti per il Paese, non aprendoci al dialogo con le altre forze non abbiamo avuto la possibilità di incidere sui passaggi fondamentali”.
Lo stesso Di Maio non ha avuto la possibilità di intervenire. Non avreste fatto una figura più degna se avesse parlato un abile comunicatore come lui? Possibile che Di Maio, vicepresidente della Camera molto apprezzato dai vostri attivisti, non abbia esternato un minimo di disappunto?
“Di Maio, in realtà, rappresentava una presenza strana in quell’incontro. E’ vero che lui ricopre la carica istituzionale più alta all’interno del movimento, però di prassi alle consultazioni partecipa il segretario del partito. Noi non lo siamo, siamo un movimento, e di solito vanno i capigruppo. Questa volta e’ andato Beppe Grillo, le cose si sono svolte come sappiamo e non ho raccolto particolari commenti da parte di Di Maio. Da quanto ha detto pubblicamente e scritto sui suoi diversi profili social, immagino che sia d’accordo con quanto successo”.
Lei si è dichiarato apertamente concorde, invece, con quanto sostenuto dai quattro senatori che ora rischiano l’espulsione. E’ stato preso di mira anche lei all’interno del movimento?
“Per ora ho ricevuto solamente molti feedback positivi da parte di tante persone che mi dimostrano solidarietà e mi spingono a continuare in questa direzione, volta al mantenimento della democrazia e del dialogo interno”.
Il feedback di Grillo, invece, non è ancora arrivato?
“No, non ho ancora ricevuto alcuna risposta da parte di Grillo. L’unica esternazione l’abbiamo avuta stamattina, con il video postato sul suo blog”.
Se alzasse ancora la voce, rischierebbe di essere cacciato anche lei?
“Questo non lo so dire, staremo a vedere che cosa accadrà”.
Non lo sa dire, ma non può nemmeno escluderlo.
“No, non lo escludo”.
Secondo lei il blog smentirà la volontà di Grillo, come già avvenuto per le consultazioni, o la confermerà?
“Non so dire se il blog voterà sì no, è difficile avere il polso della situazione, quel che è certo è che sia Grillo che gli altri esponenti maggiori del movimento stanno spingendo per l’allontanamento”.
E’ vero che ci sono già trenta dissidenti pronti a lasciare il movimento?
“Sì, c’è parecchio tumulto, scontento e anche sorpresa riguardo alla votazione e alla posizione di Grillo. E’ un momento molto critico e solamente le prossime ore ci diranno cosa potrà accadere”.
Anche Lei è pronto a lasciare il movimento? Oppure non si riconosce in nessun’altra realtà politica?
“Non posso rispondere a questo ora, io sono nel movimento e sto lottando per il movimento perché ci credo, credo in quello che abbiamo fatto e che possiamo ancora fare”.
Tornando alla circoscrizione estero, nella quale lei è stato eletto, ritiene che Renzi abbia dimostrato attenzione al settore?
“La sensazione è che la circoscrizione estero sia considerata come un valore da parte di Renzi quindi, finora, posso parlare solamente di segnali positivi. Certo, per passare dalla sensazione ai fatti, bisognerà vedere che cosa accadrà”.
Qual è il suo giudizio sul nuovo ministro degli Esteri?
“Conosco la collega Mogherini già dall’inizio della legislatura, ho avuto modo di confrontarmi con lei durante questi mesi di lavoro in commissione Esteri ed è una persona molto preparata sulle questioni estere e sui rapporti europei in particolare. Tutto questo mi fa ben sperare, staremo a vedere che cosa accadrà nei prossimi mesi”.
Quindi si può sperare che lavori meglio della Bonino, rispetto alle questioni degli italiani nel mondo?
“No, non faccio paragoni con Bonino. Ho conosciuto entrambe e trovo che siano persone molto esperte su tutte le questioni inerenti l’Europa e la geopolitica. Mi auguro che faccia un buon lavoro così come Emma Bonino ha tentato di fare”.
Qual è la prima urgenza da affrontare?
“Bisogna risolvere la situazione dei marò per prima cosa, poi torneremo alla carica per evitare la prossime chiusure delle sedi italiane estere, sia consolari che culturali”.
In commissioni Esteri avete già avuto modo di confrontarvi sulle chiusure degli istituti di cultura o dei consolati? Sapete già se il nuovo ministro e’ d’accordo con il blocco delle chiusure?
“So che il ministro Mogherini si è sempre dimostrata come una persona molto aperta e disponibile, vedremo come lavorerà”.
Quali iniziative e proposte avete in programma?
“Abbiamo presentato una settimana fa una proposta di legge, firmata da noi componenti del movimento in commissione Esteri, per la revisione dell’istituto dei direttori di chiara fama all’interno degli istituti di cultura. Proponiamo che passino da 10 a 5, la selezione deve avvenire nella maggior parte possibile in maniera meritocratica e chiediamo che il metodo di selezione sia trasparente e visibile, con i nomi pubblicati sul sito del Mae per evitare quelle assunzioni di parenti già avvenute fin troppe volte in passato”.
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