Hanno trovato l’America sotto canestro. Sono in quattro, sono italiani, sono nella NBA e l’anno prossimo, complessivamente, guadagneranno 26 milioni di dollari. Niente male in uno sport, il basket, dove almeno fino a qualche anno fa negli States quasi non sapevano che esistessero anche gli italiani. Adesso invece sono in quattro: Andrea Bargnani, appena passato da Toronto a New York e che nel 2013/14 guadagnerà 11 milioni di dollari, il più ricco, poi, in ordine di ‘entrate’, Danilo Gallinari, stella di Denver, con 10,2, al terzo posto Marco Belinelli, che dopo la gran stagione a Chicago si è accasato a San Antonio con gli Spurs, per lui 3 milioni l’anno e infine, ultimo Gigi Datome, fresco fresco arrivato dall’Italia, ingaggiato dai Detroit Pistons e che, da matricola, si vedrà arrivare nel conto corrente in banca 1,7 milioni di dollari. E proprio Gigi Datome ha fimato il suo contratto lunedì, sbarcando negli States il giorno prima, cominciando, almeno per i contatti, la sua nuova avventura dopo essere diventato una star a Roma ed aver sfiorato nell’ultimo campionato la conquista di uno scudetto che, visti i pronostici di inizio stagione, sarebbe stato straordinario per la squadra romana.
«È ufficiale! Grazie per l’affetto che mi state regalando ogni giorno». È il messaggio che Gigi Datome ha mandato all’Italia e a Roma da nuovo giocatore dei Pistons. Un lunedì speciale a Detroit per Datome che dopo aver firmato il biennale da 3,5 milioni di dollari è stato presentato alla stampa, mobilitando i media di Motown. ‘The Detroit News’, titolando che l’azzurro è determinato a dimostrare di essere all’altezza della Nba, ha puntato poi l’attenzione sul ponytail, il codino, dell’azzurro e sul fatto che il suo inglese è molto meglio di quello che ci si poteva aspettare. ‘Detroit Free Press’ ha invece riportato una delle frasi ripetute in questi giorni dall’azzurro: ‘So happy’, così felice di essere nella Nba, mentre Ashley Dunkak, la ‘voce’ della Nba a Detroit per la Cbs, è stata conquistata dall’emozione provata da Gigi, sbarcato nel campionato più importante del mondo dopo che era stato seguito dagli scout soltanto nell’ultimo anno. Così ancora prima di indossare la maglia dei Pistons, avrà il numero 13, lo stesso degli anni romani, Datome ha già conquistato tutti. «Gigi ha grandi qualità – ha detto il compagno di squadra Will Bynum – tiro, forza, capacità atletiche, ci darà molto».
Per crescere, per cercare di ritrovare i successi del passato Detroit ha puntato anche su Gigi Datome. «Perché ho scelto i Pistons? – parole di Datome – Sono stati loro che mi hanno chiamato, per le mie qualità tecniche, il tiro e perché sanno che potrò aiutare la squadra». Appena sbarcato nel nuovo mondo, ma già calato nella emozionante realtà: «Rispetto all’Italia nella Nba c’è più talento e gioco fisico – ha aggiunto – ma la cosa più difficile alla quale mi dovrò abituare sarà quella di giocare così spesso». C’è però anche un altro aspetto che l’azzurro ha già preso in considerazione, quello mentale: «Non dovrò solo cercare di migliorarmi da un punto di vista tecnico – ha spiegato – ma dovrò diventare più efficace giocando meno minuti rispetto a quanto sono stato abituato finora». E se Josh Smith è stato l’acquisto più consistente effettuato dai Pistons, Datome già si candida per un posto vicino all’ex Hawks: «Credo che possiamo coesistere bene – ha concluso – lui è forse più potente di me fisicamente, ed io tiro un po’ meglio, ma assieme possiamo essere un problema per la squadra avversaria. Sono qui per dimostrare di essere un giocatore da Nba». E non lo preoccupa l’impatto da rookie: ha giusto chiesto qualche consiglio a Gallinari e Bargnani ed è pronto: «Non ho paura di lavorare duro». Un sogno, quello di entrare nella Nba, realizzato fin da ieri con la firma sul biennale, ma che lo sarà ancora di più il giorno in cui si troverà di fronte Bryant: «Kobe è stato il mio idolo da quando avevo 10 anni…». Ma una delle curiosità più grandi dei tifosi dei Pistons, che l’hanno interrogato nella chat organizzata dalla franchigia americana, è stato di sapere a chi si può paragonare Datome: «Difficile domanda… Ma credo di poter dire Shane Battier degli Heat. Tiri, difesa e tutti quegli aspetti che non vanno poi a finire nelle statistiche. Credo che può essere un buon esempio per me». Visto poi che Battier ha anche vinto due titoli a Miami, ecco che il paragone può diventare ancora più interessante.
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