Caro direttore,
vorrei commentare il suo articolo intitolato ‘Italiani all’estero, ecco perché ho scelto il MAIE’ e lo vorrei fare parlando della situazione del Popolo della Libertà, il partito che ha qualche problema in Italia e proprio riguardo agli italiani nel mondo ne ha qualcuno in più. Infatti, sia all’estero che in Italia il PdL ha delle divisioni. Queste divisioni sono tra i "generali senza esercito" nelle classi dirigenti locali.
La prova l’ho avuta mercoledì scorso, quando sono andato alla riunione del PdL del Comune, Roncoferraro (in Provincia di Mantova), riunione in cui il capogruppo in Consiglio comunale Filippo Poltronieri ha lasciato il ruolo di coordinatore locale del partito che ha bisogno di un congresso comunale, congresso che non si può fare ora perché mancano i regolamenti. Le classi dirigenti locali del partito sono divise nelle vari fazioni ed il partito è spesso condannato all’immobilismo. Citando Alessandro Manzoni, i dirigenti locali del PdL sembrano i capponi di Renzo.
I capponi che Renzo portò all’avvocato Azeccagarbugli iniziarono a beccarsi tra loro su chi avrebbe dovuto comandare nel sacco e non si accorsero della fine infausta che li aspettava. Un discorso analogo si può fare per i dirigenti locali del PdL. Essi bisticciano su chi deve comandare nei vari coordinamenti e non si rendono conto del danno che stanno facendo al partito. Credo che lo stesso discorso si possa fare anche per il PdL all’estero.
Anche all’estero ci sono fazioni che puntano ad avere maggiori visibilità, anche a scapito del resto del partito. Eppure, le forze buone ci sono. Io seguo con un certo interesse quello che sta facendo l’onorevole Massimo Romagnoli, con il suo Movimento delle Libertà. Tuttavia, ciò viene vanificato dalle questioni interne.
Il MAIE (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero) dell’onorevole Ricardo Merlo, potrebbe, in qualche modo, fare sì che i voti degli italiani all’estero che non sono orientati a sinistra non vengano dispersi. Per questo motivo, penso che il PdL farebbe un’opera positiva se si alleasse con il MAIE e se delegasse a quest’ultimo la sua politica riguardo agli italiani all’estero, visto che all’estero il partito manca. Il PdL, però, dovrà ristrutturarsi sia in Italia e sia all’estero. Non potrà delegare sempre ad altri la politica inerente agli italiani all’estero né continuare a confidare nel presidente Berlusconi come "salvatore della patria". Reputo il presidente Berlusconi un grande uomo ed io lo sosterrò, qualora decidesse di tornare in pista. Però, sarebbe bello se lui avesse trent’anni di meno. Prima o poi, lui si stuferà e deciderà di tornare a fare il nonno e l’imprenditore.
Se lui dovesse andare via, tutto quello che fece e che sta facendo andrebbe perduto.
Discussione su questo articolo