La questione del lavoro nella società postmoderna, la disoccupazione galoppante e le proposte per venirne a capo sono state al centro del dibattito pubblico organizzato dal circolo del Partito democratico di Zurigo, che si è svolto nella sede cantonale del Partito Socialista. Nel dibattito sono intervenuti Bruno Palamara, segretario del Pd di Berna, Dario Mordasini, sindacalista dell’Unia, Emilia Sina-Marghelisch, presidente del Circolo PD locale e Michele Schiavone, segretario nazionale del PD in Svizzera.
“La grave crisi occupazionale che da alcuni anni sta vivendo l’occidente, in modo particolare chi vive nei diversi paesi europei dell’area mediterranea, ha raggiunto percentuali insostenibili – si legge in un comunicato del Pd di Zurigo – che rischiano di pregiudicare la coesione sociale e la tenuta delle istituzioni. E’ indiscutibile che si è di fronte alla fine di un’epoca, che ha visto primeggiare, nei rapporti sociali ed economici, le forme più variegate e a volte deteriori del sistema capitalista e della dottrina liberista. Le ricette che hanno permesso in passato di uscire da difficoltà analoghe oggi, purtroppo, non sono più proponibili perché l’economia si è globalizzata e mancano regole coercitive. La crisi attuale, a differenza delle altre che si sono manifestate nel secolo scorso, ha lasciato i ruderi di una società desertificata, che dovrà reinventarsi nuove forme e metodi per declinare il lavoro a misura delle aspirazioni delle lavoratrici e dei lavoratori dell’era tecnologica. Come in qualsiasi crisi ogni limite può diventare nuova opportunità, se la politica riesce a guardare lontano. Perciò, per fronteggiare le difficoltà che stanno destabilizzando il mercato del lavoro occorre intervenire con urgenza e lungimiranza per evitare che la situazione attuale diventi cronica e irreversibile”.
“Bisogna ripensare, dunque, l’organizzazione sociale, politica ed economica delle nostre società occidentali: i tempi del lavoro, la fruibilità del lavoro e della partecipazione paritaria delle donne e degli uomini, gli strumenti di produzione quali motori di crescita sociale, economica e culturale finalizzati alla partecipazione diffusa e alla redistribuzione della ricchezza e del benessere. Incoraggiante è il felice esito dell’iniziativa popolare di Thomas Minder, approvata con un’altissima percentuale alla fine di marzo di quest’anno, con la quale in Svizzera vengono introdotte delle clausole etiche e economiche, per frenare gli eccessi remunerativi dei manager di società quotate in borsa. In preparazione del prossimo congresso del Partito democratico in Svizzera, il tema del lavoro sarà uno degli argomenti programmatici qualificanti, perché al lavoro sono legati anche i diritti di cittadinanza dei cittadini stranieri residenti in Svizzera”.
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