La questione Imu che riguarda gli italiani all’estero continua a gridare vendetta. E’ un problema irrisolto al quale ancora non si è trovato rimedio. Gli italiani nel mondo sono infatti ancora oggi costretti a pagare l’aliquota più alta sulla propria prima e unica abitazione in Italia, che viene considerata dal governo seconda casa.
Proprio per parlare di Imu e italiani nel mondo, nelle scorse ore i deputati Pd eletti all’estero – Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi (quest’ultimo eletto con il M5S e di recente passato al Pd non senza sollevare polemiche) – hanno avuto un incontro al Ministero delle Finanze con le autorità competenti in materia. Si è discusso dei criteri interpretativi ed applicativi della nuova normativa per i cittadini italiani residenti all’estero.
Secondo quanto si legge in una nota targata Pd, alle richieste dei parlamentari “i funzionari del Ministero delle Finanze si sono resi disponibili a predisporre una circolare che chiarirà i dubbi e i punti controversi della normativa”.
La nota Pd spiega anche che “l’orientamento del Ministero è quello di esentare dal pagamento dell’imposta comunale i cittadini italiani residenti all’estero titolari di pensione estera anche in convenzione internazionale (quindi contestualmente titolari anche di pro-rata italiano). Mentre i titolari di sola pensione italiana saranno tenuti a pagare l’IMU”. Insomma, la discriminazione continua.
Per fortuna i deputati del Pd “ritengono opportuno che i prossimi interventi normativi con i quali si andrà ad introdurre la Local Tax, in sostituzione della attuale giungla normativa fiscale locale, tengano conto sin dall’inizio dell’esigenza di esentarne dal pagamento i connazionali residenti all’estero”. Ah beh, di certo questo lo ritengono opportuno anche gli italiani nel mondo: ma il governo che ne pensa? E loro, i dem, che sono in Parlamento, sapranno farsi valere al momento giusto?
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