Continuano le ricerche delle persone rimaste sepolte sotto la slavina che ieri ha investito l’hotel Rigopiano di Farindola. La struttura, nella quale c’erano 22 turisti, fra i quali alcuni bambini e 7 dipendenti, e’ stata quasi interamente spazzata via. Al momento e’ stato estratto il corpo di una prima vittima e si teme che non ci siano superstiti, oltre ai due salvati questa mattina.
“Ci sono tonnellate di neve, alberi sradicati e detriti – hanno riferito i vigili del fuoco giunti sul posto – che hanno sommerso l’area dove si trovava l’albergo”. “Ci sono materassi trascinati a centinaia di metri da quella che era la struttura”, ha riferito Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco.
Secondo le prime ricostruzioni gli ospiti dell’albergo ieri a fine mattinata avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena fosse arrivato lo spazzaneve, che attendevano per le 15.00, ma l’arrivo e’ stato posticipato alle 19.00 e a quel punto e’ piombata la slavina. L’allarme era stato dato subito dopo via Whatsapp da uno dei superstiti: ‘albergo sommerso dalla neve’.
Per raggiungere il resort a quattro stelle di Farindola, in provincia di Pescara, a quota 1.200 metri, il Soccorso Alpino, il primo ad arrivare alle quattro del mattino, ha dovuto usare gli sci. Impossibile invece procedere, fino alla tarda mattinata, per i mezzi che si sono trovati la strada sbarrata da altre valanghe e alberi caduti. L’Hotel Rigopiano e’ stato completamente sommerso dalla neve e dagli alberi trascinati dalla valanga. La massa di neve e detriti ha investito in pieno la struttura da monte, lasciando scoperta soltanto una piccola parte verso valle, da dove sono entrati i soccorritori. Delle due persone che sono state tratte in salvo, una e’ in stato di ipotermia, ma non in pericolo di vita.
“Sono salvo perche’ ero andato a prendere una cosa in automobile”, ha riferito ai medici Giampaolo Parete, che e’ riuscito poi a lanciare l’allarme. La moglie e i due figli di Parete sono sotto le macerie dell’albergo. “E’ arrivata la valanga – ha detto ancora ai sanitari il 38enne, ricoverato in Rianimazione – sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire. L’auto non e’ stata sepolta e quindi ho atteso li’ l’arrivo dei soccorsi”. Aperta un’indagine da parte della Procura di Pescara sulla vicenda della valanga. L’ipotesi al vaglio del pm di turno, Andrea Papalia, per il momento e’ omicidio colposo.
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