E’ legge il decreto bis sull’Ilva, che introduce il commissariamento delle imprese di interesse strategico nazionale esposte a rischio ambientale. Un via libera (206 si’, 19 no, 10 astensioni di Sel; i senatori del M5S non hanno partecipato al voto) arrivato a due giorni dalla scadenza senza modifiche al testo approvato dalla Camera. Per il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha un grande valore politico perche’ ”per la prima volta il commissariamento non viene disposto per la tutela dei creditori ma per la tutela delle ragioni ambientali e sanitarie”, offrendo ”uno strumento in piu’ all’autorita’ pubblica in casi di crisi ambientale”. Mentre il provvedimento era ancora in Aula, Orlando ha incontrato ieri pomeriggio e questa mattina il commissario straordinario dell’Ilva, Enrico Bondi e il sub commissario Edo Ronchi, questa mattina c’era anche il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, per fare il punto sulla bonifica dell’azienda prevista dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia).
Sull’Ilva, ha spiegato Orlando in un incontro con i giornalisti, ”e’ emersa l’esigenza di separare nettamente la funzione di commissario da quella della proprieta’ ed e’ stata ipotizzata una strada per separare i due profili”: il commissario ”si occupa dell’attuazione dell’Aia, degli strumenti necessari per il suo finanziamento e della prosecuzione della produzione mentre non deve essere tenuto come responsabile a difendere patrimonialmente l’azienda dai comportamenti commessi nel passato”. Ad avviso del ministro ”sarebbe imbarazzante se il commissario si opponesse alle richieste di risarcimento per danni alla salute da parte dei cittadini”.
Insomma, ”il commissario deve occuparsi della bonifica e della prosecuzione dell’attivita’ e risponde per eventuali inadempienze” nel suo ruolo. ”La proprieta’ puo’ agire in giudizio per difendere le proprie ragioni” e ”risponde per inadempienze commesse nella fase pre-commissariale”. Per attuare l’Aia servono ”intorno ai due miliardi, per noi anche di piu’, per il commissario di meno – ha detto Orlando – Ma sara’ il piano per il risanamento a stabilirlo” con precisione. Al momento, ”il rapporto tra interventi e finanziamenti, per 200 milioni, sta in piedi” ha spiegato il ministro rilevando che ”c’e’ stata una grandissima difficolta’ per reperire le risorse ma c’e’ la copertura dai proventi dell’azienda e dalle linee di credito gia’ attivate”. Per le fasi successive, sara’ ”un’impresa, perche’ bisogna reperire le risorse del credito ordinario e dalle somme sequestrate dall’autorita’ giudiziaria alla proprieta”’, ha spiegato Orlando. Critiche al decreto sono arrivate da Lega Nord, Sinistra Ecologia e liberta’ e M5S secondo cui non bastera’ per sanare il dramma ambientale dell’Ilva. Il Pd riconosce invece il ”coraggio di questo governo” che ha ”scongiurato che decadesse il commissariamento dell’Ilva, che avrebbe riconsegnato l’azienda nelle mani di chi ha provocato un gravissimo problema di natura ambientale e ha rifiutato di sottostare alle prescrizioni stringenti previste dall’Aia”. Il Movimento 5 Stelle – accogliendo l’invito del ‘Comitato dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti’ di Taranto di una ispezione di parlamentari in Ilva, accompagnati dagli operai – hanno presentato una interrogazione al ministro dell’Ambiente richiedendo parere favorevole.
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