Comites, il Senato batte la Camera. Ma la pagliacciata continua – di Ricky Filosa

 

Sono state rinviate le elezioni dei Comites: si terranno nella primavera del 2015 (almeno, così è nelle intenzioni attuali del governo: ma con questo esecutivo non si sa mai…). Questo, si spiega, per avere la possibilità di informare i connazionali (fino ad oggi si è iscritto solo il 2% a livello mondiale). Allo stesso tempo, si vuole consentire di riprovarci a chi non è riuscito a presentare le liste, nonostante la buona volontà.
 
ItaliaChiamaItalia aveva lanciato l’allarme fin da subito, prima di ogni altro: queste elezioni Comites puzzavano di bruciato dall’inizio. I senatori eletti all’estero, a cominciare da Claudio Micheloni (Pd) e Aldo Di Biagio (Pi), si sono messi immediatamente in moto per cercare di frenare la follia di elezioni Comites organizzate in fretta e furia: riunioni, dichiarazioni a mezzo stampa, appelli… Niente, sembrava non si muovesse una foglia. Ma gli eletti oltre confine a Palazzo Madama non hanno mollato e hanno continuato la propria battaglia fino all’ultimo, anche quando sembrava ormai che tutto fosse deciso. E alla fine hanno vinto: non si vota più entro l’anno, ma fra sei mesi (forse).
 
LA MARCIA INDIETRO DI GIRO Garavini e compagni, i deputati eletti all’estero, rimangono con un pugno di mosche in mano. I numeri hanno dato ragione al Senato e torto a Montecitorio. Mario Giro, sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, vista la situazione tragicomica (decine di Comites senza liste, solo 60mila connazionali iscritti nei registri elettorali), ha dovuto fare marcia indietro. Eppure fino a pochi giorni fa continuava a ribadire: si vota a dicembre, il dado è tratto. Evidentemente le pressioni e la logica dei numeri lo hanno convinto a ripensare la propria decisione. Lo stesso neoministro degli Esteri, Gentiloni, di fronte a certe cifre sembra che si sia messo le mani nei capelli: “ma che stiamo combinando?”, avrebbe detto ai suoi. E così il Consiglio dei ministri ha approvato il rinvio.

MASSACRATO IL PD Il Pd da tutta questa vicenda ne esce massacrato come mai. Sono state settimane di guerra fratricida all’interno del partito guidato da Matteo Renzi. Per giorni è stato un tutti contro tutti, sono volate le sberle anche pubblicamente, i compagni se ne sono dette di tutti i colori e si sono scannati a vicenda. Uno sfascio totale, uno spettacolo pietoso. E se ci ritroviamo oggi in queste condizioni, lo dobbiamo anche a loro, a Laura Garavini e colleghi dem, che – nonostante la situazione parlasse chiaro fin dall’inizio – si sono intestarditi e ne hanno fatto un caso personale, sulla pelle degli italiani nel mondo. Dovrebbero guardarsi allo specchio, tutti loro, e dedicare a se stessi una sonora pernacchia.

RISPUNTA IL CGIE Intanto i membri del CGIE Francia, vista l’imbarazzante situazione venutasi a creare riguardo i Comites, chiedono l’immediata convocazione di una assemblea straordinaria del Consiglio Generale a Roma per dibattere in maniera “autorevole e seria”, scrivono, del come affrontare, con il Governo e con gli eletti all’estero, una situazione davvero critica. La situazione, in effetti, richiederebbe una presa di posizione del Consiglio. Tuttavia, non si capisce cosa possa venir fuori dal cilindro del CGIE e non si capisce nemmeno quale parere autorevole possa esprimere, visto che l’esecutivo dei pareri del CGIE se n’è sempre fregato. E poi francamente ci riesce difficile comprendere la necessità di un viaggio a Roma: ci sono le nuove tecnologie, i consiglieri non possono dibattere attraverso Skype, Facebook, attraverso mailing list? Una gita a Roma non si nega a nessuno, per carità, ma è davvero necessario spendere altri soldi per farsi un’idea di ciò che sta accadendo e esprimere un’opinione come Consiglio Generale?
 
UN COMMENTO E UN INTERROGATIVO A caldo, su quanto sta accadendo in ambito Comites, un commento e un interrogativo. Il commento: stiamo assistendo a una pagliacciata dietro l’altra da parte di un governo che, ormai è chiaro a tutti, di italiani nel mondo non ci capisce un fico secco. Pagliacciata dopo pagliacciata, siamo in mano a dei pressappochisti, a degli improvvisatori. Gli italiani nel mondo sono considerati delle cavie da politici incapaci che ormai non sanno più che pesci pigliare.
 
L’interrogativo: se da qui ad aprile la situazione non cambierà in maniera significativa, cosa accadrà? Se da un 2% di iscritti ai registri elettorali si passerà a un 3%, davvero qualcuno canterà vittoria? Se da qui a sei mesi continueranno ad essere decine i Comites senza liste, che altro si inventerà il governo Renzi? Un altro rinvio? E’ vero, visto come stavano le cose, la decisione di rinviare può sembrare qualcosa di positivo. E probabilmente lo è. Ma, se i numeri non cambieranno granchè, cosa si sarà ottenuto? Forse è arrivato il tempo di prendere atto che di questi Comitati gli italiani all’estero se ne sbattono altamente; forse è giunta l’ora di cancellarli tutti e spendere i soldi ad essi destinati in maniera migliore. Gli italiani nel mondo, tutti tranne poche centinaia di addetti ai lavori, ringrazierebbero. Non siete d’accordo anche voi?

Twitter @rickyfilosa