Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto nella Circoscrizione Estero – Africa, Asia, Oceania e Antartide, intervenuto giovedì 15 maggio in Aula durante la discussione sul dl Cittadinanza, presentando alcuni emendamenti a sua firma tesi a salvaguardare i diritti e la dignità delle comunità italiane all’estero, ha dichiarato: “Questa legge spezzerà la catena di discendenza degli italiani all’estero, fermandola a una sola generazione, condannando le nostre comunità all’estinzione”.
“Con loro si estingueranno le strutture sociali che le hanno caratterizzate, la promozione locale della nostra cultura e della lingua. Le nostre Little Italy nel mondo, simbolo del contributo dato dagli italiani allo sviluppo di altre società, cadranno in rovina, umiliando decenni di storia di emigrazione”.
A suo dire, si tratta di una “riforma burocratica con l’obiettivo di fare cassa. Dopo aver raddoppiato il costo della richiesta di Cittadinanza, oggi chiedete agli italiani che hanno finalmente la possibilità di riacquistare un diritto che gli spetta, il riacquisto della Cittadinanza perduta prima del 1997, di pagare 250 euro. E ancora non sappiamo se la trascrizione dei figli nati all’estero sarà gratuita o se si consumerà l’ennesima discriminazione”.
Durante l’intervento, Giacobbe ha ribadito la richiesta, già avanzata in commissione, di introdurre meccanismi che regolino la trasmissione della Cittadinanza evitando – si legge in una nota – “discendenze infinite, ma senza cancellare il principio di trasmissione diretta che da sempre ha legato milioni di italiani alle loro radici”.
“Proponiamo due alternative concrete che vi preghiamo di tenere in considerazione”, ha spiegato il senatore dem. La prima “per i nascituri e i minorenni: adottare un criterio oggettivo legato all’iscrizione all’Aire dei genitori”, la seconda “per chi fa richiesta da maggiorenne: richiedere, oltre alla discendenza, la dimostrazione di una Cittadinanza consapevole, che includa la conoscenza della lingua, dei valori e della cultura italiana”.
“La Cittadinanza non è solo un atto burocratico, è identità, appartenenza, orgoglio. È un ponte tra l’Italia e chi, pur lontano, resta italiano nel cuore. Questo decreto rischia di rompere quel legame. Non criminalizzate la Cittadinanza e gli italiani all’estero. Fermatevi prima che sia troppo tardi”, ha concluso Giacobbe.