Il governo Meloni ha abrogato l’automatismo della cittadinanza agli italiani residenti all’estero, perché “si è piegato” alle richiesta di Trump.
Lo hanno sostenuto i parlamentari del Pd eletti all’estero, Toni Ricciardi e Fabio Porta in Commissione Affari costituzionali della Camera, che sta esaminando e votando gli emendamenti al decreto sulla cittadinanza già approvato la scorsa settimana dal Senato.
Presente anche il collega Christian Di Sanzo, eletto nel Nord e Centro America.
Ricciardi ha preso spunto dalla relazione del governo che accompagna il decreto, in cui si spiega con ragioni di “sicurezza nazionale” l’adozione di queste misure con un decreto d’urgenza e non con un normale ddl.
“Ve lo ha imposto l’amministrazione Trump – ha detto il deputato del Pd – perché molti migranti sudamericani che vuole rimpatriare hanno anche la cittadinanza italiana” cosa che farebbe da “scudo” all’espulsione dagli Usa.
Porta e Di Sanzo hanno svolto lunghi interventi su ciascun emendamento. Porta ha sostenuto la tesi legata a Trump, oltre a criticare in generale i contenuti del decreto.
Di Sanzo da parte sua ha sottolineato: “state distruggendo le nostre comunità all’estero”, mentre Porta ha ricordato come Giorgia Meloni in campagna elettorale avesse realizzato un video, destinato agli elettori italiani all’estero, in cui prometteva di non modificare lo ius sanguinis.
“Esiste anche il principio della legittima aspettativa – ha affermato – e voi lo state violando, come state tradendo le promesse”.
La Commissione ha bocciato un emendamento soppressivo dell’intero decreto, ed ora sta votando gli altri circa 70 emendamenti. Il testo è atteso in Aula domani.