Arriva domani in tutte le sale cinematografiche italiane "Robocop", il remake dell’omonimo film cult del 1987, diretto da Josè Padilha. Nei panni di Alex Murphy, l’agente di polizia destinato a diventare l’uomo-macchina più famoso d’America, c’è Joel Kinnaman. Al suo fianco un cast eccezionale: Gary Oldman interpreta il capo della Omni Foundation, Michael Keaton è l’amministratore delegato della OmniCorp, Abbie Cornish veste i panni della moglie di Alex Murphy e Samuel L. Jackson è Pat Novak, critico televisivo.
La pellicola ci porta in viaggio nel tempo, nel 2028, nella violenta Detroit. La criminalità è all’ordine del giorno e la corruzione sembra trascinare la città nel buio della malavita. E’ in questo scenario che la Omnicorp, società leader mondiale nel campo della tecnologia robotica, inizia una battaglia per portare le proprie creazioni tra le strade delle città americane, per garantire più sicurezza e tranquillità. La Omnicorp immagina dei robot in ogni parte del mondo e non si fermerà davanti a nulla per far funzionare il suo piano. L’occasione d’oro per guadagnare miliardi di dollari arriva presto e si chiama Alex Murphy. L’incidente di un detective impeccabile diventa il pretesto per costruire il prototipo di un poliziotto perfetto: un robot in grado di ripulire la città senza più mettere a repentaglio la vita degli agenti in carne e ossa. E quando Murphy si risveglia, al suo posto troverà un poliziotto robotico.
Il risultato è un ibrido, un uomo dentro una macchina: un robot che la Omnicorp possa comandare, ma che abbia le sembianze umane, di cui la gente possa fidarsi. Ma cosa potrebbe accadere se "l’uomo di latta" cercasse di opporsi al software e cominciasse a pensare con la propria testa? "Ci stiamo avvicinando a un mondo in cui la guerra sarà automatizzata. I robot prenderanno il posto dei soldati e dei poliziotti – ha spiegato il regista – e proprio in questo periodo hanno luogo accese discussioni sui droni, che non sono automatizzati, ma guidati a distanza da essere umani. Ma cosa accade quando sarà un software, un algoritmo, a prendere una decisione simile? Tutto ciò che si vede nel film presto sarà realtà e anche noi discuteremo l’eticità di questi metodi". Nel 1987 i film maker hanno usato l’animazione stop motion per creare i modelli di robot ED-209. Nel remake si è invece scelto di utilizzare innumerevoli effetti visivi. "Quando si vedono i robot ED-209 del film originale, è un momento memorabile, ma all’epoca quel genere di animazione si scontrava con i limiti nei movimenti della macchina da presa o della composizione delle riprese – ha raccontato il supervisore effetti visivi James E. Price – ora siamo in grado di utilizzare strumenti moderni e c’è una maggiore flessibilità". Appuntamento domani quindi, nei cinema italiani con un film pieno di azione ed effetti speciali, in grado di stupire e far riflettere più di quanto ci si potrebbe immaginare.
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