“Se c’è una cosa che in Italia funziona è il disordine” (Leo Longanesi)
“È ora che gli italiani scendano in piazza a protestare contro se stessi” (Aldo Busi)
“Gli italiani e l’Italia hanno sempre avuto un rapporto conflittuale, ma la colpa non è certo dell’Italia, ma degli italiani” (Giorgio Gaber)
“Italiani: un grande popolo costretto a tutt’oggi a vivere in Italia” (Corrado Guzzanti)
“Il nostro paese è un paese pieno di talenti senza carriere e di carriere senza talenti” (Gianfranco Funari)
ALITALIA, VENEZIA, ILVA
Alitalia come Venezia e Ilva sono tre fallimenti legati dall’incapacità di gestire e decidere. E l’Italia va verso un baratro senza salvezza, se non si prendono urgenti provvedimenti.
INERZIA E INEFFICIENZA DELLA CLASSE DIRIGENTE
L’elenco dei problemi è lunghissimo. Mi limito oggi, qui, alle ultime tre scandalose vicende: l’ex Ilva, Venezia, Alitalia. Mi colpiscono l’inerzia e l’inefficienza della nostra classe dirigente e politica. La sintesi dei tre drammi è semplice e il filo conduttore che li unisce è proprio l’incapacità, l’incompetenza di chi dirige il nostro Paese. Eccole, le sintesi.
EX ILVA DA RICONVERTIRE?
L’Ilva: da molti anni conosciamo bene la terribile tagliola di Taranto (o si muore o si lavora) e l’indispensabilità di decidere. Salvare l’acciaieria più importante d’Europa, oppure riconvertirla, per assicurare un futuro a decine di migliaia di cittadini? Ci vorrebbero coraggio, senso dello Stato, chiare strategie. Ma non c’è nulla di tutto questo.
ALITALIA MANGIASOLDI
Alitalia: da lustri sappiamo che spende infinitamente di più di ciò che incassa. Al momento, perde un milione al giorno. Bisognerebbe tagliare i costi o, almeno, gestire con severità e intelligenza, in modo da trovare acquirenti. Ma non c’è la capacità di farlo. Anche Atlantia, dopo Lufthansa, si ritira dal salvataggio. E si va avanti al buio.
VENEZIA, FIGURACCIA MONDIALE
Per Venezia la figuraccia è mondiale. La città più bella dell’universo affonda, travolta dalle maree e dall’acqua alta. È tutto noto da decine di anni, ma nessuno ha affrontato il dramma con misure adeguate. Il Mose – la diga da opporre alle maree – è incompiuto: trent’anni non sono bastati, denaro sperperato, corruzione e arresti; e ora sembra superato, non risolverà un bel niente.
Anche in questo caso la soluzione è chiara: una diga con criteri moderni. Ma ci vorrebbero coraggio, onestà, competenza e determinazione per realizzarla (in poco tempo). Virtù e qualità ormai introvabili in Italia?