Bladley Wiggins e’ il re del 99/o Tour de France di ciclismo. Il corridore nato a Gand, in Belgio, 32 anni fa, ha suggellato il proprio trionfo di domani sui Campi Elisi a Parigi (che solo un terremoto potrebbe negargli, a questo punto), dopo avere vinto a mani basse la cronometro di oggi: sara’ lui, l’ex pluridecorato cronoman (oro nell’inseguimento ai Giochi di Atene 2004 e due volte a Pechino 2008), il primo britannico a essere incoronato sul gradino piu’ alto del podio alla fine della tradizionale passerella sotto l’Arco di Trionfo. Wiggins oggi si e’ comportato da vero cannibale, nella 19/a frazione che ha collegato Bonneval e Chartres, pedalando a tutta negli oltre 53 km di percorso e smentendo chi aveva ipotizzato il ‘dovuto’ contentino al compagno di squadra Chris Froome, che lo aveva traghettato sui Pirenei. Nemmeno Merckx, in quanto a rabbia, grinta, determinazione, voglia di prendersi tutto, avrebbe fatto meglio.
Froome ha provato a vincere, ma alla fine ha pagato 1’16’ al proprio capitano, che ha ricoperto il tracciato in 1h04’13’. Il secondo gradino del podio sta stretto al britannico nato a Nairobi, soprattutto dopo quanto accaduto nell’ultima tappa pirenaica quando certi ordini di scuderia lo hanno costretto a procedere in salita con le dita pigiate sul freno. Froome avrebbe potuto mettere fra se’ e Wiggins molti secondi, dei minuti, invece si e’ inchinato agli ordini di scuderia, ma ha fatto sentire sulle spalle di Wiggins il peso di un successo che abrebbe potuto cogliere. O forse no. Non si sapra’ mai.
Di questo Tour, oltre ai flash di un Froome che frena in salita, resta anche qualche pennellata d’azzurro, grazie a Vincenzo Nibali che, prima dell’infortunio al polpaccio, ci aveva provato sempre a mettere in difficolta’ – da solo contro tutti – la corazzata Sky, che puo’ permettersi a suon di quattrini di far interpretare il ruolo di gregario, se occorre, anche a un campione del mondo su strada come Mark Cavendish.
Wiggins vola verso la vittoria, Froome vivra’ di rimpianti almeno fino a quando non mettera’ le mani sulla Grande Boucle, Nibali e’ caduto in piedi, centrando l’obiettivo della vigilia: la conquista di uno dei tre gradini del podio. Gli tocchera’ quello piu’ basso, ma e’ pur sempre un grosso risultato, soprattutto se si considera che il ‘gregario’ Basso ha proceduto a corrente alternata, staccandosi spesso quando la strada cominciava a salire e confermando di essere ormai sul viale del tramonto. Lo ‘Squalo dello Stretto’ avrebbe forse fatto meglio a partecipare al Giro d’Italia, dove sarebbe stato meno complicato ambire alla vittoria finale. Nibali, sulle strade di casa, si sarebbe sicuramente divertito di piu’, avrebbe pure faticato di piu’ e alla fine avrebbe verosilmente potuto prendersi qualche soddisfazione in piu’. Anche in questo caso, ordini di scuderia gli hanno impedito di prendersi quello che gli spettava.
Domani chiude il Tour e, da quel momento, il messinese comincera’ a pensare alle Olimpiadi. Anche nei pressi di Buckingham palace, Nibali dovra’ fare i conti con un big del Team Sky, tale Mark Cavendish che ci terra’ particolarmente a indossare la medaglia d’oro olimpica davanti agli occhi della regina Elisabetta.
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