Lo spread tra il bund tedesco e il Btp italiano preoccupa tutti e viene messo minuto per minuto sotto il microscopio dei mercati, ma ce n’e’ un altro, forse piu’ concreto, che pone il nostro Paese in una posizione molto piu’ arretrata rispetto alla Germania. E’ lo spread digitale, vale a dire la distanza che separa i due Paesi nella realizzazione degli obiettivi previsti dall’Agenda digitale europea: un valore che nel 2011 si e’ attestato a 4.525 punti, cioe’ oltre dieci volte quello tra i due titoli di Stato.
A descrivere l’arretratezza dell’Italia nella digitalizzazione e’ una ricerca proposta da Accenture nel corso del convegno Between ‘Italia+smart’, dove una platea di addetti ai lavori si interroga sulle misure piu’ utili per far uscire l’Italia dal guado puntando sull’innovazione e le tecnologie.
Secondo la ricerca, in Germania e’ stato raggiunto l’87,7% degli obiettivi, contro il 42,5% dell’Italia. Una differenza, appunto, di 4.525 punti, un numero che descrive meglio di tante parole una situazione a cui il decreto ‘Crescita 2.0’, esaminato proprio oggi dal Consiglio dei ministri e con al centro anche l’agenda digitale, intende dare una consistente accelerazione.
Guardando alle principali voci che rappresentano gli obiettivi principali al 2015 contenuti nell’Agenda digitale, emerge che lo scostamento piu’ evidente tra i due Paesi e’ quello relativo al commercio elettronico (l’obiettivo e’ che almeno il 50% della popolazione faccia acquisti online): la Germania e’ al 64%, l’Italia arranca al 15%. Anche sull’e-governement si procede con lentezza: l’obiettivo che se ne serva il 50% dei cittadini e’ stato raggiunto al 50% dai tedeschi e al 22% dagli italiani. E’ comunque, piu’ in generale, l’uso di Internet a trovare ancora ostacoli: l’Agenda digitale prevede che il 75% della popolazione lo utilizzi, ma se la Germania ha quasi centrato l’obiettivo (77%), l’Italia e’ ancora indietro (51%). Insomma, se l’Italia non va sulla rete, l’Agenda digitale resta un miraggio.
Discussione su questo articolo