
Sono mesi che il Ministro della Difesa e quello degli Esteri continuano ad esporre le loro giuste e motivate preoccupazioni per quanto sta accadendo in Libia, ma restano soltanto delle sterili esternazioni, vista l’inconcludenza del governo e l’assenza della Ue e della Nato, che praticamente non fanno nulla.
L’Italia fino alla caduta di Gheddafi aveva mantenuto con tale paese ottimi rapporti con un interscambio annuo intorno ai 15.000 milioni di euro, ora, causa la guerra civile in corso ed i mutati rapporti internazionali ed i nostri 3 governi (presidenziali) semplicemente inetti, l’interscambio ha avuto una diminuzione di circa il 50%: oltre a questo enorme danno c’è da tener presente, anche per pure questioni umanitarie, la valanga sempre più massiccia dei profughi provenienti dal Paese africano e le migliaia di persone che periscono annualmente nel canale di Sicilia.
Ora, di fronte a queste tragedie, guerra civile, tratta di immigrati e danno economico, coloro che con la bava alla bocca volevano la cacciata e la morte di Gheddafi, spingendo il governo Berlusconi ad aderire alla sporca guerra contro il dittatore libico, fanno finta di nulla e, forse, non sono assaliti nemmeno dal rimorso dei morti che la caduta di Gheddafi ha procurato e sta procurando. Ecco gli illustri superstatisti che con la loro stoltezza e miopia, compresi quelli non nostrani, non riescono a valutare e vedere quello che avviene ad un palmo del loro naso, vergognosamente, dopo aver pensato agli interessi spiccioli ed incapaci di una seria politica internazionale, fanno finta di niente. Un po’ di moralità e di serietà li spingerebbe a scusarsi, ma, ahimè, certe doti sono loro sconosciute.