L’aula della Camera ha approvato il ddl di riforma della scuola con 316 sì, 137 no e 1 astenuto. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, Per l’Italia-Centro democratico, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An, Alternativa libera. 28 i deputati della minoranza Pd che non hanno partecipato al voto. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.
Per essere a regime dal prossimo anno scolastico la riforma dovrà essere licenziata in via definitiva dal Parlamento entro la metà di giugno. Il provvedimento prevede, tra l’altro, la "piena realizzazione dell’autonomia" della scuola con la definizione dell’organico dell’autonomia, l’assunzione dal primo settembre di 100.701 docenti, maggiori poteri per i presidi, che potranno chiamare direttamente i docenti, assegnare premi per il merito e scongiurare la creazione di "classi pollaio", un bonus da 500 euro l’anno per gli insegnanti da spendere per l’aggiornamento, la possibilità di detrarre fino a 400 euro a studente per le famiglie che scelgono una scuola paritaria. Inoltre più inglese per tutti ed educazione motoria fin dalle elementari.
“Siamo tutti un po’ stanchi, ma molto molto felici". Lo dice il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dopo il voto della Camera che ha approvato il ddl sulla riforma della scuola. "Quando dico ‘diritto allo studio’ intendo la possibilità di costruirsi un futuro e una scuola che rappresenti anche un ascensore sociale come non lo è più da anni, di tornare a esserlo. Una scuola che dia agli studenti un passaporto per la vita reale – aggiunge Giannini – e la possibilità di trovare un lavoro qualificato. Alle famiglie e alla società abbiamo già detto molte cose".
Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme: "Siamo contenti, abbiamo rispettato gli impegni che avevamo preso soprattutto con i tempi perché sappiamo che ci sono 100mila assunzioni in ballo per il prossimo anno scolastico".. "Grazie anche ai deputati della maggioranza abbiamo dimostrato – ha sottolineato – che c’è un’effettiva disponibilità da parte del governo al confronto, al dialogo".
BAGARRE M5S Bagarre nell’aula della Camera dopo il voto finale sul disegno di legge Buona scuola. La presidente, Laura Boldrini, ha espulso dall’emiciclo Alfonso Bonafede, deputato del Movimento 5 Stelle, dopo che dai banchi dei pentastellati sono volate accuse contro la maggioranza in merito alla cattura del cittadino marocchino accusato di aver partecipato all’attentato del 18 marzo scorso al museo del Bardo in Tunisia.
Angelo Tofalo (M5S) nel suo intervento aveva accusato sia la destra che la sinistra di aver lucrato sulla questione immigrazione e aveva urlato "dovete andare in galera". In aula quindi si è scatenato un parapiglia tra deputati pentastellati e del Pd. Bonafede si è avvicinato alla presidenza inveendo contro la presidente Boldrini, che prima ha avvertito: "Non può esprimersi in questo modo nei confronti della presidenza, così offende le istituzioni", e poi lo ha espulso sospendendo la seduta.
CAMUSSO, “BATTAGLIA CONTINUA” "Con il voto di oggi non si chiude la battaglia, la battaglia continua". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando della riforma della scuola. "Sono giorni e giorni che in tutto il Paese, il mondo della scuola, dei genitori, degli studenti e’ mobilitato – ha aggiunto – perche’ la scuola e’ una di quelle attivita’ che intrecciano la vita quotidiana di ognuno di noi e si vorrebbe davvero una buona riforma della scuola e questa non lo è".
M5S, “NON E’ BUONA SCUOLA” "La scuola pubblica statale fornira’ sempre piu’ un diritto allo studio solo di facciata, mentre l’accesso a una formazione adeguata sara’ appannaggio di una minoranza della popolazione, economicamente in grado di investire per il futuro dei propri figli. Il progetto di Renzi e’ chiaro: desertificare culturalmente il paese per abbattere le conquiste civili. Vogliono sudditi da usare, inconsapevoli e subordinati". Lo affermano i parlamentari del MoVimento 5 Stelle dopo il voto negativo dato alla Camera al Ddl Istruzione.
FORZA ITALIA, “CRITICITA’ MA ANCHE NOSTRE BATTAGLIE” "In questa riforma ci sono criticità ma anche molte battaglie che noi di Forza Italia abbiamo portato avanti per tanti anni. Penso alla valutazione, un tema fondamentale che non ha alcuna valenza punitiva ma è funzionale a valorizzare gli insegnanti bravi e ad individuare i punti di debolezza su cui si può intervenire". Lo ha detto a Coffee Break, in onda su La7, la responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero. "Serve una valutazione della scuola e di tutto il personale, presidi compresi. Certo, così come è disegnato nel ddl il sistema di valutazione non è sufficientemente articolato, ma è comunque un primo passo. Insomma, va detto: la scuola così come è non funziona. Paghiamo gli effetti di un sistema di reclutamento che, in trent’anni, ha creato solo precariato. Oggi qualcosa inizia a cambiare, a cominciare dall’affermazione del principio che alla scuola si accede per concorso".
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