“Se riusciamo a far partire la nostra road map si puo’ votare a giugno con una nuova legge, fermo restando che la data la decide il presidente della Repubblica. Qualora invece gli altri partiti ci lasciassero soli nel tentativo sincero di cambiarla, dovremmo sperare che il doppio Consultellum sia il piu’ possibile omogeneo. Inevitabilmente si voterebbe con i sistemi indicati dalla Corte costituzionale e non certo per responsabilita’ del Pd”. Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, il presidente del Pd Matteo Orfini che spiega: “Ci sono due scenari. Se si coglie negli incontri la disponibilita’ delle altre forze a cambiare l’Italicum, si puo’ iniziare a lavorare nel merito senza aspettare la Consulta. Altrimenti si prende atto della indisponibilita’ e vengono meno le ragioni per proseguire”.
Orfini sottolinea che “non stiamo aspettando la Consulta il 24 gennaio, stiamo proponendo a tutte le forze politiche di vederci gia’ nei prossimi giorni, al Nazareno o in una sede neutra. Rispondere, come Forza Italia, che l’unico luogo di discussione possibile sono le commissioni parlamentari, significa fare melina. Vogliamo perdere mesi o iniziare una discussione? E su quale testo?”.
Orfini condivide “le parole del presidente Mattarella, tanto che ci siamo fatti carico di far nascere un altro governo, con l’obiettivo di armonizzare le leggi elettorali. Pero’ questa responsabilita’ non puo’ ricadere solo sul Pd, che non ha i numeri. La legislatura e’ politicamente terminata il 4 dicembre e solo il tentativo, difficile ma possibile, di armonizzare il sistema ipermaggioritario della Camera con quello proporzionale del Senato, puo’ prolungarla”.
Il presidente del Pd sottolinea che “non c’e’ alcuna differenza tra Renzi, Gentiloni e Orfini. Gentiloni ha detto che il suo e’ un governo di servizio al Paese, ma una volta completato il percorso e’ giusto restituire la parola ai cittadini. E Mattarella ha segnalato la spinta del Paese verso il voto anticipato”.
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