Immediata ricapitalizzazione o prossima nazionalizzazione. Solo le due strade che il presidente di Monte dei Paschi indica per il futuro della banca in una intervista a Repubblica. E precisa: "Detto che l’aumento di capitale sarà con diritto d’opzione, sappiamo che la Fondazione ha una serie di problematiche rilevanti, tra cui un debito consistente da sanare, e di cui siamo estremamente rispettosi. Crediamo però che la nazionalizzazione sarebbe peggio per la banca, la città e la Fondazione stessa". E aggiunge: "E’ ovvio che auspichiamo che nel frattempo arrivi qualche nuovo azionista interessato a comprare azioni dall’ente. Tuttavia ritengo debba essere molto chiaro per Siena che l’eventuale nazionalizzazione implicherebbe la scomparsa della banca dalla città, e dal punto di vista senese sarebbe una soluzione peggiore a qualunque altra. Senza ricapitalizzare per ripagare i Monti bond la nazionalizzazione è certa. E il Tesoro in
quell’ipotesi s’è impegnato a rivendere la banca entro cinque anni. Ma sarebbe impossibile rimettere sul mercato il 100% di Mps: che sarebbe inglobata o fatta a pezzi da altri. Inoltre il prezzo di Borsa tenderebbe verso lo zero, e tutti gli azionisti, fondazione compresa, avrebbero danni drammatici".
Profumo precisa: "Vorrei dire con grande chiarezza che i tempi non li dettiamo noi: il termine del 31 dicembre 2014 è imposto dall’Ue". Sottolinea anche che "ricapitalizzando a gennaio c’è un risparmio consistente di interessi rispetto a giugno (stimato tra 100 e 150 milioni, ndr). Inoltre altre banche ricapitalizzeranno nel 2014, e con la coda è più difficile. Poi c’è fortissima volatilità sul mercato. Oggi il clima appare favorevole, non sappiamo se lo sarà ancora gennaio, men che meno a giugno. Aggiungiamo i rischi di peggioramento della politica italiana e i riflessi sullo spread Btp. Tutti elementi per cui il consorzio di garanzia che oggi c’è domani potrebbe non esserci. Ultimo ma non ultimo: ricapitalizzando a giugno avremmo anche il Tesoro azionista, per il pagamento della cedola sui Monti bond, quindi avremmo ancora più diritti non sottoscritti nell’aumento".
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