Pochi italiani si interessano di politica e pochissimi hanno saputo dell’approvazione (finalmente) del “decreto sicurezza”, mentre PD & C. si sono opposti alla legge.
Credo che se la sinistra ascoltasse di più la propria “base” capirebbe come il tema sia molto più sentito e condiviso dalla gran parte dei cittadini italiani che – a torto o a ragione – hanno “fame” di una maggiore sicurezza generale.
I motivi sono profondi e in parte non positivi, motivati anche dalle troppe trasmissioni in cui ci si logora correndo dietro a violenze e delitti, ma resta il fatto che tutti si sentono progressivamente più insicuri e chiedono quindi risposte concrete.
La nuova normativa non è certo perfetta, ma propone interventi assolutamente condivisibili, soprattutto tra alcuni ceti sociali e nei grandi centri urbani.
Non sempre si percepisce a fondo il disagio – soprattutto degli anziani – davanti alle notizie, per esempio, delle occupazioni abusive delle abitazioni, oppure davanti alla realtà di una pressoché totale impunità della micro-criminalità e delle truffe. Basterebbe che chi ha urlato contro “le norme liberticide” girasse un po’ di più per le metropolitane italiane o sugli autobus, oppure ascoltasse i commenti della gente prendendo il caffè per rendersi conto che bisognava intervenire.
Se devo attraversare la strada e al di là del marciapiede c’è una pattuglia di Carabinieri ho meno paura di uno scippo, così come percepisco più sicurezza se vedo finalmente persone in divisa che chiedono i documenti e arrestano una slava nota nel quartiere o nella metro per i suo “colpi con destrezza” e che ogni giorno – pur fermata – può impunemente ritornare a fare il suo “mestiere”. Negarlo è una sciocchezza, una demagogica presa di posizione, immaginando che – chissà perché – la Meloni offra con questo un’immagine di violenza o repressione.
E’ esattamente il contrario: anche gli elettori di sinistra chiedono al governo le stesse cose rendendosi conto che più controlli sono necessari.
Certamente non basta una legge perché poi le condanne dovrebbero essere applicate, mentre le carceri scoppiano e si pone seriamente il problema di un indulto almeno parziale, ma è trasversale la percezione della vita grama che conducono le Forze dell’Ordine che nel nostro paese sono troppo spesso indicate come violente.
E’ ridicolo (o peggio) che il Consiglio d’Europa si chieda se i poliziotti italiani siano “razzisti”.
Vengano i signori di Strasburgo a passeggiare di sera in una periferia italiana e si guardino in giro prima di giudicare. E’ la stessa demagogia che si avverte nei sacri palazzi europei dove gli eletti si allontanano sempre di più dagli elettori.
Le nuove norme erano necessarie almeno come risposta formale dello Stato, tanto ci penseranno poi i giudici “progressisti” a limare, cancellare, rinviare discettando sui sacri principi di presunta lesa libertà, cambiando idea – forse – solo dopo il primo furto che avranno subito a casa propria.
Perché c’è anche questo da dire: si spacca il capello sui presunti diritti lesi ai delinquenti, ma nessuno (o quasi) percepisce le conseguenze del “danno sociale” subito dai cittadini inermi, quelli che prima si vedono colpiti e poi vedono colpire chi dovrebbe difenderli, diffondendo così la percezione (che purtroppo è realtà) di una sostanziale impunità dei delinquenti che diventa così alla fine la negazione dei diritti dei cittadini onesti.
Non è demagogia questa, ma sacrosanta verità.
Forse manca la libertà in Italia perché da un po’ di tempo sono vietati i “rave party”? Eppure – a parte una micro-minoranza che li frequentava – vietandoli si è riusciti finalmente a contenere il fenomeno e relative devianze, eppure anche quella legge era stata osteggiata, vilipesa, imputata (a sinistra) di “lesa libertà”.
Non guardiamo quindi i casi-limite, ma la generalità delle cose e allora prendiamo atto che finalmente il governo ha fatto “qualcosa di destra” che però piace anche ai cittadini di sinistra, un po’ meno forse ai loro rappresentanti ufficiali, ma – ripeto – per la sinistra questo atteggiamento parlamentare strampalato e preconcetto è stato un nuovo autogol e il governo non dovrebbe perdere l’occasione di far conoscere bene i contenuti di quanto è stato votato: avrebbe solo da guadagnarci.