Le top 100 utility in Italia hanno fatturato complessivamente 111 miliardi di euro nel 2011, dando occupazione a 130.000 dipendenti, e investendo 2,7 miliardi, pari allo 0,2% del Pil, in tecnologia e innovazione. Questo quanto emerge da uno studio messo a punto da Alessandro Marangoni, direttore scientifico di ‘Top Utility Award’ e Ceo di Althesys (una societa’ di consulenza specializzata), presentato in occasione della premiazione delle migliori aziende dei servizi pubblici del nostro Paese.
Secondo il report le performance delle imprese nostrane sono in linea con quelle europee ed inoltre ne emerge un’efficacia sopra la media e l’incremento della responsabilita’ sociale ed ambientale. Nonostante i progressi pero’ ‘il sistema regolamentare non le ha supportate in modo adeguato’. Il settore dell’acqua per esempio ha contratto i maggiori debiti per modernizzare e ridurre le perdite della rete, investendo il 13,2% del fatturato; mentre crescono le utility piu’ sensibili ai temi sociali: l’80% ha un codice etico e certifica qualita’ e ambiente, tanto che le aziende produttrici di energia elettrica emettono meno CO2 rispetto alla media del mix energetico italiano e il 58% rende pubblico il proprio bilancio. Nel campo della gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata raggiunge un target del 49% contro una media nazionale del 35,3%. Da una mappa dei maggiori interventi si evince che in campo idrico sono stati effettuati su rete, telecontrollo, depurazione; nella gestione dei rifiuti su termovalorizzatori, biogas, differenziata; per il gas sull’estensione della rete, la sostituzione dei contatori; e per l’elettricita’ sull’adeguamento delle centrali e l’ammodernamento delle reti.
Tra le migliori 100, si occupano di acqua in 27, di gas in 10, di rifiuti in 17, di energia elettrica e gas in 16; sono multiutility in 30.
Secondo Marangoni ‘la valutazione dei risultati economico-finanziari mostra che le nostre maggiori utility sono in linea con quelle europee, nonostante la dimensione inferiore.
In termini di Ebitda (utile operativo lordo) sul fatturato, l’aggregato delle top ten italiane presenta un valore medio intorno al 22%, superiore a quello europeo, che si attesta al 16,5%’. Per Adolfo Spaziani, direttore di Federutility, ‘le utility devono essere supportate adeguatamente dalle istituzioni’. Su questo Roberto Bazzano, presidente di Federutility e di Iren, chiede di ‘attenersi alle regole europee e affidarsi all’attivita’ dell’Authority’. Il settore dei servizi idrici ne e’ una prova: un ambito che ‘soffre da tanti anni di asfissia finanziaria e per il quale servirebbero oltre 2 miliardi all’anno di investimenti per i prossimi 30 anni, per un totale di 64 miliardi’. Nella gestione dell’acqua, conclude Bazzano, e’ necessario ‘promuovere gli investimenti’ pensando anche a ‘tariffe che possano attirare capitali per il rilancio’.
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