Il senatore della Lega Nord, Piergiorgio Stiffoni, con un’interrogazione al ministro del Lavoro Sacconi, chiede di sapere quali sistemi di controllo e di verifica siano stati posti e quali iniziative il ministro Sacconi intenda assumere al fine di intensificare e rendere periodici gli accertamenti sul mantenimento dei requisiti dell’ assegno sociale "con particolare riguardo soprattutto al requisito della residenza in Italia".
"Per ottenere l’assegno di pensione sociale bisogna avere 65 anni, reddito di importo inferiore a quello stabilito dalla legge, cittadinanza italiana o di uno degli stati dell’Unione europea, possesso del permesso CE per soggiorno di lungo periodo per extracomunitari e, dal 2009, il soggiorno legale e continuativo in Italia di almeno 10 anni. Ma questa normativa, a regime, non risolve un’altra delle anomalie previsto dal nostro sistema assistenziale e mi riferisco a tutti quegli italiani (e sono tanti) che, pur avendo vissuto dieci anni in Italia, magari nei primi anni di vita, si sono poi trasferiti all’estero per oltre 55 anni e attraverso residenze fittizie in Italia riescono a percepire l’assegno sociale pur vivendo stabilmente all’ estero".
Stiffoni ricorda come precedentemente, nel 2007, il decreto legislativo stabiliva che i cittadini comunitari e i loro famigliari che risiedevano regolarmente in Italia per un periodo superiore a tre mesi, potessero far richiesta dell’ assegno sociale. "Era una normativa lacunosa che ha fatto in modo che cittadini comunitari riuscissero a mettere in atto meccanismi di frode tramite il ricongiungimento familiare: richiamavano i loro parenti di età superiore a 65 anni in Italia ottenendo così l’assegno sociale dopo tre mesi di soggiorno". "Dunque, si potrebbe dire che dal 2009 questo sistema non è più attuabile – spiega Stiffoni – ma non è così. Chiedo dunque a Sacconi di predisporre accertamenti a tappeto con particolare riguardo agli anni 2007-2009 al fine di accertare tutti i casi in cui è stata abilmente aggirata la normativa. Inoltre, in riferimento ai cosiddetti ‘italiani all’ estero’, di attivare un sistema di controllo con le istituzioni di competenza, anche ambasciate e consolati, al fine di stanare tutti quei casi in cui la legge viene elusa. Vista la drammatica situazione economica in cui versa il Paese -conclude Stiffoni – che mette a rischio le pensioni e i diritti acquisiti degli stessi italiani, è auspicabile che il governo adotti urgenti e concrete iniziative al fine di rendere effettivo il recupero delle somme che risultino indebitamente percepite e porre fine a tali fenomeni di illegalità".
Discussione su questo articolo