L’Italia scommette sull’altra faccia del Libano, quella lontana da Beirut e dai palazzi della finanza, dove le tradizioni secolari possono trasformarsi in un’immensa ricchezza in grado di far ripartire l’economia nazionale. Un Libano “nascosto”, che conta quasi duemila chiese disseminate in 929 tra città e villaggi e un culto popolare di 678 santi patroni. Il nostro Paese, per valorizzare e sostenere questa realtà, ha avviato con il governo di Beirut un progetto da 300mila euro a favore del turismo religioso nelle aree decentrate del Paese.
L’ambasciatore italiano Giuseppe Morabito e il premier libanese Nijab Mikati hanno siglato un accordo che ha come obiettivo la realizzazione di una banca dati delle risorse turistiche del Libano, attraverso la quale definire una serie di itinerari religiosi in tutto il Paese, promuovendoli presso gli agenti di viaggio e gli altri operatori del settore. Anche la messa a punto di un piano strategico d’azione per potenziare gli investimenti sia pubblici che privati nel settore è all’interno del programma.
Morabito ha sottolineato come il turismo religioso possa svolgere un ruolo chiave nell’economia del Libano, terra di confine tra Cristianesimo e Islam, favorendo allo stesso tempo lo sviluppo delle zone decentrate del Paese. Un accordo che “conferma ancora una volta il profondo legame tra i nostri due Paesi, entrambi con solide radici religiose e impegnati costantemente nella ricerca di un dialogo interconfessionale".
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