D’accordo, il Partito Democratico in Italia è quello che ha conquistato più seggi in Parlamento. Ma ha vinto davvero? No. Pier Luigi Bersani è stato capace di portare avanti un’impresa quasi impossibile: perdere quell’enorme vantaggio che solo un mese e mezzo fa aveva sul centrodestra italiano. Da una parte il merito va senza dubbio a Silvio Berlusconi, che nel Bel Paese – non così all’estero, fra gli italiani nel mondo – è stato capace di riconquistare i consensi perduti durante il suo governo e l’ultimo anno di governo tecnico, con una rimonta incredibile sulla sinistra; ma dall’altra, Bersani e il Pd non sono riusciti a mantenere il vantaggio. Erano troppo sicuri del proprio successo e invece di continuare a cavalcare verso la vittoria hanno preferito semplicemente aspettare le elezioni: ma la sconfitta è palese, Bersani ha evidentemente fallito. Anche oltre confine.
Già, perché il Pd canta vittoria all’estero: eppure basta guardare i dati. Dal 43,3% dei voti del 2006 – allora il centrosinistra era rappresentato da L’Unione di Romano Prodi – è passato ora al 23,32%. Venti punti percentuali in meno. E’ vero, conquista un parlamentare in più rispetto alla scorsa legislatura – passando da 8 a 9 eletti -, ma il fallimento, nel tempo, è evidente.
Se il PdL nel mondo non esiste più – oltre 200mila voti persi in 5 anni – anche il Pd non scherza. I suoi consensi dal 2006 sono calati ovunque, tranne in Sud America. Un dato in controtendenza che però non può bastare al Partito Democratico per cantar vittoria e dormire sonni tranquilli.
Eugenio Marino, responsabile del Pd all’estero, è senza dubbio una persona capace: calabrese tenace, preparato, che crede nelle battaglie che porta avanti, da quando occupa il suo ruolo attuale ha fatto bene. Ma gli italiani nel mondo evidentemente hanno perso nei confronti del centrosinistra la fiducia che avevano un tempo. Sarà anche a causa dell’effetto Grillo, o dell’enorme successo oltre confine della lista Monti: certo è che i partiti tradizionali non convincono più come un tempo. E’ iniziata una nuova epoca: le forze politiche, PdL come Pd, non possono fare altro che prenderne atto e studiare strategie nuove per tornare, se lo vogliono davvero, ai consensi di un tempo.
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