Andrea D’Ambra è stato uno dei candidati del Movimento 5 Stelle nella ripartizione estera Europa. Non è riuscito ad entrare in Parlamento, ma continua ad essere attento osservatore di tutto ciò che riguarda gli italiani nel mondo. ItaliaChiamaItalia lo ha contattato telefonicamente per chiedergli prima di tutto cosa gli abbia lasciato l’esperienza di candidato oltre confine: “E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito moltissimo, un’esperienza che rifarei cento volte ancora, perché mi ha permesso di conoscere un’ampia realtà di italiani all’estero, tutti con esperienze e profili diversi”. In caso di un ritorno al voto, dunque, Andrea sarebbe pronto a ricandidarsi? “Penso sia prematuro parlarne”, risponde, “non ci ho ancora pensato. Vedremo”.
Ancora una volta il voto all’estero ha scatenato diverse polemiche: brogli, forti irregolarità. Che ne pensa l’ex candidato a 5 stelle del meccanismo elettorale con cui votano i connazionali residenti oltre confine? “Purtroppo dal primo momento in cui abbiamo toccato con mano questa situazione, ci siamo resi conto che il meccanismo elettorale attuale è qualcosa da Medio Evo: troppe lacune, troppe cose che non vanno, da rivedere completamente”. Un meccanismo “suscettibile di imbroglio. Ci sono stati casi di schede fatte in case, fotocopiate, stampate in maniera illecita in tipografia… E poi non è facile per le persone che devono votare. E’ davvero qualcosa di assurdo che nel 2013 un Paese che si reputa moderno e civile faccia votare i propri cittadini residenti all’estero con un sistema del genere”.
Dunque? ItaliaChiamaItalia, che più volte ha evidenziato la necessità di una riforma del voto all’estero, propone fra l’altro il voto elettronico. Che ne pensa D’Ambra? “Siamo totalmente favorevoli, lo abbiamo sempre detto anche in campagna elettorale, questa deve essere la soluzione per il voto all’estero”. E in attesa del voto elettronico? “Schede inviate per posta raccomandata, in modo tale da avere la certezza che arrivino davvero a destinazione”. E poi, perché no, “seggi elettorali dove possibile”.
Passando alla politica nazionale, chiediamo ad Andrea D’Ambra un commento sull’operato dei parlamentari grillini durante queste prime settimane di legislatura: “Penso che si stiano comportando in modo egregio, portando una ventata di aria nuova e di politica vera, con la P maiuscola, in Parlamento. Stanno dettando l’agenda rispetto a quelle che sono le priorità. Tutti gli altri partiti non fanno altro che inseguire il M5S. Già il fatto di avere abbassato l’età media dei parlamentari e di avere portato in Parlamento il numero più alto dei laureati, è un merito”. Facciamo notare all’esponente pentastellato che però, ad oggi, in Italia ancora non si è riuscito a fare un governo: “il governo c’è – replica -, è quello guidato da Mario Monti. E poi il Parlamento dovrebbe essere il luogo centrale della politica italiana… Eppure si è votato oltre un mese fa e il Parlamento ancora non è in grado di lavorare”. Ma perché il movimento di Beppe Grillo proprio non vuole scendere a patti con nessuno? “Noi siamo coerenti. Non possiamo dare la fiducia a quelli che hanno creato negli anni questo stato di cose. Non possiamo dare la fiducia a questi personaggi, altrimenti ci saremmo candidati con loro. Noi siamo l’alternativa e come tale lavoriamo. Non siamo contro un governo, abbiamo chiesto l’incarico a Napolitano, ma se lui non ce lo dà non possiamo per forza di cose dare fiducia a persone in cui non crediamo, a gente che ci ha deluso durante tutti questi anni, a chi non è riuscito a fare norme sul conflitto di interessi, sulla corruzione, a chi ha portato avanti inciuci vari con Berlusconi e company”. Dunque, si ritorna al voto quanto prima? Grillo vuole davvero il 100% del Parlamento? “Le parole di Grillo – spiega D’Ambra – vanno interpretate. L’obiettivo del 100% vuol dire che in Parlamento devono arrivare cittadini, ad impegnarsi in prima persona e a fare le cose. Non devono aspettare che arrivi un leader per guidarli. Questo vuole dire avere il 100% in Parlamento”. Insomma, fare a meno dei partiti. Sarà davvero questo il futuro politico dell’Italia?
Twitter @rickyfilosa
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