Roma – “Se il partito tramonta, correrei da solo facendo una lista del Movimento delle Libertà, ho anche i candidati già pronti”. Come molti suoi colleghi, anche Massimo Romagnoli, esponente di punta del PdL in Europa e presidente del Movimento della Libertà, sta preparando una via di fuga in previsione del probabile tramonto del partito fondato da Silvio Berlusconi.
Presidente Romagnoli, circa un mese fa aveva dichiarato che, se Berlusconi avesse lasciato, avrebbe potuto valutare l’ipotesi di candidarsi con un suo partito. È arrivato quel momento? L’Mdl si presenterà da solo?
“No, non mi candiderò da solo né l’Mdl si presenterà come partito. Rimango della mia idea, finché ci sarà Berlusconi io sarò con lui. Non sono il tipo che tradisce o che sale sul carro dei vincitori”.
Che cosa intende quando dice “finché ci sarà”? L’ex premier si è già defilato e sono in molti a sostenere che si stia organizzando con una sua lista. Vuole aspettare finché Berlusconi sarà in vita?
“Voglio aspettare finché rimarrà nel Pdl. Sono un berlusconiano e, se dovesse fare una sua lista, andrei con lui”.
Mentre il Pdl non sa ancora se arriverà alle prossime urne, l’Mdl è già in piena campagna elettorale. Quali sono le prossime tappe?
“Il nostro movimento sta girando l’Europa per incontrare i concittadini. L’8 novembre saremo a Lugano, il 9 sempre in Svizzera, a Zurigo e Berna, il 10 a San Gallo e l’11 a Francoforte”.
Come procede la preparazione per le elezioni?
“La campagna procede molto bene per quanto riguarda l’Mdl, sono appena rientrato da Londra dove ho avuto numerosi incontri a favore del mio movimento e degli eventuali candidati. Sto lavorando su due fronti, vista l’aria che tira con il Pdl”.
Quindi c’è una via di fuga già pronta anche per il Movimento della Libertà?
“Attualmente ci stiamo muovendo come lista all’interno del Pdl. Se il partito tramonta, correrei da solo facendo una lista Mdl, ho anche i candidati già pronti”.
State già facendo i funerali al Pdl?
“Non nascondo che, dopo le elezioni Sicilia dove avevo messo tutto il mio impegno, dobbiamo essere preparati su tutti i fronti. Non c’è tempo per organizzarsi, sono costretto a correre su due fronti e poi decidere cosa fare in base a come si sviluppa la situazione politica”.
Lei è un berlusconiano siciliano e ha visto la sua regione, tradizionalmente di centrodestra, passare al centrosinistra. È più sorpreso per l’astensionismo o per la vittoria di Crocetta?
“In realtà, in Sicilia mi ha colpito l’arroganza di molti politici, anche nel centrodestra, che non hanno saputo gestire un elettorato deluso e amareggiato. Se i politici non sono vicini alla gente, la gente non va a votare, è semplice”.
Quindi si aspettava un risultato di questo tipo?
“Non me l’aspettavo però ero preparato perché, girando casa per casa, sentivo un’aria di malumore nelle persone e quelle più intelligenti hanno deciso di non andare a votare, piuttosto che scegliere il Movimento5stelle”.
La Sicilia ha di fatto sancito il profilo istituzionale del Movimento5stelle. Sta denigrando chi ha fatto questa scelta?
“Quello per Grillo non è che un voto di protesta, è meglio chi si astiene rispetto a chi vota Grillo. Chi lo ha votato ha un quoziente intellettivo molto basso o pari a zero”.
È meglio votare per il Pdl, dove si dice da mesi di fare pulizia e poi non si passa mai ai fatti?
“Per quanto riguarda l’Mdl, percepisco serenità tra i miei elettori perché non li ho mai delusi. Al Pdl, invece, serve qualcuno che si interessi del proprio elettorato e risponda ai propri elettori, soprattutto in Italia come all’estero. Volete sapere perché l’elettore non vota più il Pdl?”.
Ce lo dica lei
“Perché i nostri deputati se ne sono infischiati dell’elettorato, non rispondono nemmeno alle segreterie. Non c’entra niente Belusconi, manca l’attenzione verso l’elettorato ed è questo aspetto a dover cambiare”.
Il Pdl è tracollato, i dati vi danno al minimo storico, il Pd ha virtualmente il doppio dei vostri voti. Da dove dovrebbe iniziare il cambiamento?
“Alfano doveva fare una sola cosa, i congressi. Finora il Pdl è stato additato come un partito dove andavano avanti persone senza particolari meriti, soprattutto le donne. Ci aspettavamo che con Alfano arrivasse più meritocrazia e speravamo di dare visibilità ai tanti militanti che danno lustro al nostro partito”.
Alfano non si è dimostrato all’altezza del suo ruolo?
“Alfano doveva fare pulizia attraverso il tesseramento e i congressi prima provinciali, poi regionali e infine il nazionale. Non l’ha fatto anche perché non ha avuto il tempo necessario, ha dovuto sostenere la crisi della Lega, poi il problema in Lombardia, poi il Lazio con Fiorito e la preparazione per le regionali in Sicilia”.
Non sarebbe ora che lasciasse il posto a qualcuno più idoneo di lui?
“Mi auguro che il prossimo segretario possa essere di nuovo Alfano, però dobbiamo essere forti e fare dentro il partito un’opposizione costruttiva, Berlusconi non è eterno”.
E’ di questi giorni la scomparsa di Pino Rauti. La destra di oggi non le sembra la caricatura grottesca di quella storica?
“Ormai la vera destra è rappresentata solamente da Storace e Luca Romagnoli. Tutti gli altri uomini che provengono da quell’area politica stanno trovando un’altra collocazione, come sta accadendo tra gli italiani all’estero. Ferretti, Billè e Gardelli sono tutti ex finiani che non si riconoscono più in Fini e cercano altri percorsi. Così come quelli del Pdl che sono rimasti delusi dal partito, in Italia e all’estero”.
Gli italiani all’estero hanno precorso i tempi?
“Possiamo senza dubbio dire che anche fra gli italiani all’estero, a prescindere dalle appartenenze politiche, sta nascendo la consapevolezza che l’Italia fino ad oggi ha fatto troppo poco per loro. Gli italiani nel mondo ora chiedono di più, chiedono fatti. Noi del Movimento delle Libertà, e io personalmente, mi impegno anche su questo: a dare finalmente risposte concrete ai connazionali”.
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