"Il South By South West di Austin avviene una volta all’anno, è considerata la più importante fiera musicale del mondo, non nel senso degli strumenti musicali (per quelli ci sono molte fiere) ma di chi gli strumenti li usa". Così Lorenzo Cherubini, più comunemente conosciuto come Jovanotti, annuncia dal suo profilo facebook il prossimo viaggio oltre oceano. Due date lo attendono al South by Southwest festival (SXSW) il 13 e 14 marzo, la prima all’Auditorium Shores Stage (Lady Bird Lake) alle ore 17 e, il giorno seguente, alle 20.30, presso il St David’s Bethell Hall.
Quella che ruota attorno al festival texano "è una settimana in cui in città suona e si esibisce mezzo mondo", continua l’artista, entusiasta per l’esperienza che lo attende. "Può capitarti di beccare una conferenza di Bruce Springsteen sul rock’n’roll o un dj set di Benassi, la jam di una banda folk o un concerto di Eminem. Di tutto, band emergenti, superstar, leggende viventi, nomi sconosciuti. Può capitarti anche di trovarci uno come me e magari in tre posti diversi in tre giorni diversi".
Il South by Southwest (SXSW) è un festival che dal 1987 ha luogo ogni primavera ad Austin, la capitale del Texas. È uno dei più grandi festival degli Stati Uniti che riunisce una media annua di circa duemila artisti partecipanti e un pubblico che oscilla tra le 11 le 12mila persone, per le quali a fare da protagonista non sarà solo la musica, ma anche il cinema e l’arte interattiva. Quest’anno i giorni dedicati ai musicisti andranno dal 12 al 17 marzo, mentre dall’8 al 16 il festival ospiterà i film e dall’8 al 12 marzo le arti interattive: ogni angolo della città diventerà luogo per esibirsi e condividere la propria arte e i vari ospiti si daranno il cambio sui palchi quasi a ogni ora, dalla mattina sino a notte fonda.
Trovandosi da quelle parti, il 17 marzo Jovanotti varcherà anche il confine per esibirsi a Città del Messico, ospite del più importante festival del Centro America, il "Vive Latino", giunto alla quattordicesima edizione. Oltre al cantautore italiano sono attesi artisti come i Blur, gli Underworld, Morrissey, Los Amigos Invisibles e molti altri.
È Jovanotti stesso ad affermare, in inglese, in un video di presentazione del suo viaggio, che "in Italia riempio gli stadi, mentre qua sono mister nessuno, ma anche questo mi piace". Infatti la voglia di scoprire, il confronto, la voglia di vivere le novità sono caratteristiche perfettamente in linea con la carriera dell’artista.
Dai lontani tempi in cui iniziò a muovere i primi passi come dj per poi approdare sul finire degli anni ’80 a Radio Deejay ne è passato di tempo. Jovanotti ha iniziato a farsi conoscere come speaker in radio, dj e rapper – lui stesso afferma nel brano "Il rap" di essere la balia di questo genere musicale in Italia -, con singoli come "Gimme Five" finiti nelle prime posizioni delle classifiche italiane. Ma è a partire dagli anni ’90, con l’album "Una tribù che balla" (1991), che l’artista trova un’identità musicale che veramente lo rispecchia e da cui s’inizia a tracciare una linea che ancora oggi continua a seguire.
I suoi brani legano il rap italiano delle strofe ai ritornelli melodici in cui le parole ben misurate e pensate toccano o si espongo su argomenti sociali e politici significativi, come in "Penso positivo", "Io no", "L’ombelico del mondo". A questi si aggiungono gli immancabili brani d’amore come le celebri "Serenata rap" e "Piove".
Sul finire degli anni ‘90 Jovanotti contamina la sua musica anche di sfumature etniche e della word music: una ricerca e un’apertura verso il mondo esterno e lontano che riflette le sue esperienze di vita. L’artista inizia a interessarsi di pittura, recita nel film "I Giardini dell’Eden" di Alessandro D’Alatri e inizia a girare il mondo, in particolare l’America Latina, divenendo un musicista esposto anche politicamente: Jovanotti collabora all’album "Artisti Uniti per gli Zapatisti del Chapas", al celebre brano "Il mio nome è mai più" scritto insieme a Ligabue e Piero Pelù contro la guerra nel Kosovo. Memorabile inoltre è l’esibizione a Sanremo 2000, in cui Jovanotti cantò "Cancella il debito" per portare all’attenzione di tutti il problema del debito estero per i Paesi del terzo mondo.
Nei brani dei suoi dischi l’artista mantiene comunque una sorta di ramificazione tra quelli dai temi impegnati, in cui l’autore prende e sostiene una posizione, e le canzoni d’amore o dedicate a momenti importanti della sua vita, come la nascita della figlia in "Per te", o la più recente "Fango" dedicata al fratello, istruttore di volo, morto in un incidente a Latina.
Non sarà questa la prima volta che Jovanotti si esibirà oltreoceano: già nella primavera del 2010 c’è stato un tour dal tutto esaurito che ha toccato tappe da Washington a Chicago; l’artista è tornato poi negli Stati Uniti dal 21 al 31 luglio dello stesso anno esibendosi a Hollywood, Santa Monica e San Francisco. È tornato ancora negli Stati Uniti, l’anno scorso, e l’11 giugno è stato il primo italiano a suonare sul palco del Bonnaroo Music Festival a Manchester in Tennessee.
Il viaggio in America e Messico che lo attende nei prossimi giorni sono prima di tutto per Jovanotti un’esperienza di arricchimento personale che precede il prossimo tour, "Lorenzo negli stadi". Il 24 marzo, a Cortona, su questa collina immersa nei paesaggi della toscana, dove Jovanotti ha scelto da anni di vivere e lavorare, s’iniziano le prove per il tour che si aprirà ad Ancona il 7 giugno e che lo vedrà negli stadi delle principali città italiane, ultima tappa sarà Torino il 16 luglio. (aise)
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