Verona – Più che un congresso, una dichiarazione di intenti. L’incontro promosso dal Maie sabato 27 ottobre a Verona è stato volutamente un “incontro tra dirigenti”, come tengono a precisare gli organizzatori, con il preciso scopo di “evitare chiacchiere inutili” e raggiungere “un accordo sul programma comune”.
Obiettivo centrato. I numerosi interventi che si sono susseguiti nella sala del noto Liston di Verona sono stati brevi e pratici, uniti dal filo comune della necessaria rivalutazione degli italiani nel mondo al di là di qualsiasi appartenenza partitica. Quello che emerge chiaramente agli occhi di qualsiasi osservatore, al di là del colore politico, è l’accentuato desiderio degli aderenti al Movimento associativo italiani all’estero di agire in autonomia evitando gli errori commessi in passato nei confronti dei connazionali nel mondo.
Molte delle mancate riforme, secondo i membri del Maie, sono da imputare alla duplice valenza degli eletti all’estero, uomini e donne di partito oltre che rappresentanti delle comunità territoriali, tenuti a rispondere delle proprie azioni alla struttura che, di fatto, li ha portati in Parlamento. Se c’è un aspetto innegabile in grado di accumunare tutti gli attori, vecchie e nuovi, che stanno aderendo al Maie è proprio questa convinzione nel voler perseguire la propria indipendenza decisionale, presentandosi come la prima realtà politica e parlamentare interamente dedicata ai connazionali residenti oltreconfine. E, soprattutto, alle loro specifiche problematiche.
Introdotto dai saluti di Ricky Filosa, Coordinatore Centro America, Fucsia Nissoli Fitzgerald Coordinatrice New England (USA), e Francesca Alderisi, coordinatrice dipartimento per il raccordo delle comunità italiane, il congresso europeo è proseguito con gli interventi di saluto di Marco Zacchera, PdL, per anni responsabile Esteri di Alleanza Nazioale e presidente del Comitato permanente degli italiani nel mondo alla Camera, Eugenio Marino, responsabile del Pd nel mondo, Massimo Romagnoli, PdL, presidente del Movimento delle Libertà, Mirella Giai, senatrice Maie, fra gli altri.
L’introduzione dei lavori è spettata, naturalmente, a Ricardo Merlo, presidente e ideatore del Maie. Lo stesso deputato eletto all’estero ha definito la sua iniziativa “un movimento culturale, nato nelle associazioni di volontariato, le stesse dalle quali provengo – ha poi ricordato l’onorevole, aggiungendo – perché siamo diventati movimento politico? In Parlamento ho visto persone votare solo in virtù del partito, come quando ci hanno tolto il 70 per cento dei fondi per la promozione di lingua e cultura e i colleghi hanno votato a favore”. “Tutti hanno votato a favore del rinvio dei rinnovo Comites, anche il centrosinistra. Per questo il Maie vuole e deve creare uno spazio politico per gli italiani all’estero. Abbiamo deciso di portare il nostro messaggio in tutti i continenti e questo messaggio ha raggiunto le associazioni locali, che hanno capito la nostra missione”.
“Sono in Parlamento da sette anni e non ho ottenuto risultati, così come i miei colleghi: non siamo riusciti a far approvare nemmeno una legge per gli italiani all’estero – ha aggiunto il deputato, riferendosi al debole peso degli eletti -. Le alleanze sono necessarie, non possiamo creare un ghetto in Parlamento, bisogna capire che le alleanze sono tattiche e servono per difendere gli italiani nel mondo. Ci siamo avvicinati tatticamente all’Udc, ma andremo alle elezioni come Maie e ci baseremo sul lavoro dei coordinatori locali. Decidiamo noi i candidati – ha sottolineato Merlo aggiungendo che – in Parlamento c’e’ un clima difficile, è improbabile che passi la legge con le preferenze, ma questa crisi per noi significa una grande opportunità: creare uno strumento politico per gli italiani all’estero, abbiamo bisogno che il governo di turno approvi leggi per noi, non ordini del giorno. Abbiamo bisogno di leggi per il made in Italy, per la cultura. Mirko Tremaglia è riuscito a far approvare addirittura una legge costituzionale, è stata una grande impresa e non so proprio come ci sia riuscito”.
“Presenteremo programmi specifici per ogni zona – ha annunciato il deputato davanti al centinaio di dirigenti Maie presenti – e per noi sarà fondamentale aumentare il numero di eletti nella prossima legislatura, proprio perché dovremo contrastare il voto imposto dai partiti ai nostri colleghi. Noi dobbiamo avere una forza politica in grado di pesare in Parlamento, finora sono stato all’opposizione con la senatrice Giai e mi domando: ma cosa hanno fatto quelli che erano forza di maggioranza? – ha alluso il presidente Maie riferendosi agli eletti Pdl – Al loro posto me ne andrei a casa”.
“Faremo le alleanze necessarie per poter contare, per far capire che cosa significa il turismo di ritorno, ad esempio. La classe politica italiana non capisce tutto questo, dobbiamo farglielo apprendere. Dobbiamo fare sistema con tutti i milioni di italiani, imprenditori e non, che sono nel mondo”. “Non entro nel dibattito sull’utilità dei Comites – ha concluso -, ma ad oggi esistono e il Maie deve entrare in questi spazi così come nel Cgie. Ho origini cattoliche e la senatrice Giai è comunista, noi due siamo la sintesi di quello che e’ il Maie, l’unione di pensieri e storie diverse per una causa comune”.
Al presidente Maie ha fatto eco il coordinatore europeo Gian Luigi Ferretti. “Dobbiamo diventare uomini del nuovo millennio, liberi da destra e sinistra – ha esordito Ferretti -, viviamo una sofferta delusione verso il disinteresse nei confronti degli italiani nel mondo, solo il Pd si impegna, ma lo fa anche per avere più parlamentari che, poi, sono legati a disciplina di partito. Qualunque partito vuole strumentalizzare il nostro settore, non siamo tentati dalla moda dell’antipolitica, ma formuliamo proposte e ci impegniamo, al termine dei lavori stileremo insieme un documento dei lavori”.
“Alleanze? Come no, intelligenti e furbe per raggiungere i nostri scopi – ha poi precisato il coordinatore – Per elezioni e candidature sceglieremo in base a due criteri: fedina penale e meritocrazia. Decideremo insieme i candidati, oggi so solo dire che non lo saranno coloro che non si muovono tra le nostre comunità. Il candidantropo é colui che per farsi candidare farebbe di tutto, ne conosciamo molti. Se pensiamo che per ben due volte si e’ fatto eleggere Razzi – ha ricordato Ferretti, secondo il quale – per il programma basterebbe un solo punto, il Maie si impegna a difendere e valorizzare gli italiani nel mondo”.
“Ci ispiriamo a quel Tremaglia che voleva l’unione degli italiani all’estero, che diceva ‘costruiamo un grande movimento, espressione delle associazioni che hanno tramandato le tradizioni della patria’ e che diceva di non esportare gli scontri interni. Il Maie siamo noi, donne e uomini, giovani e anziani, uniti dal sentimento d’amore per gli italiani nel mondo”.
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