Nello Stato del Victoria, nel Sudest Australia e cioè a Melbourne, è terminata la missione di lavoro in Australia del Vice Presidente dell’ITAL UIL Mario Castellengo, accompagnato dalla responsabile dell’Area Internazionale del patronato, Anna Ginanneschi. Anche in quest’ultima tappa, oltre ai consueti incontri istituzionali con le autorità ed i sindacati locali, si è tenuto un corso di aggiornamento per gli operatori ed i collaboratori della sede regionale di Melbourne, di quello zonale di Oakleigh e dei tredici sportelli periferici operanti nello Stato del Victoria.
A conclusione di questo vero e proprio tour de force australiano, Mario Castellengo ha affermato che “dopo questa lunga serie di corsi di aggiornamento che ha coinvolto tutto il personale addetto alla rete di sedi che il patronato ha in questo grande Paese, la Comunità italiana potrà avvalersi di una migliore tutela ed assistenza per tutti i bisogni e ha in campo previdenziale, sociali e fiscale”.
Ma nei suoi numerosi contatti con la Comunità italiana delle varie città australiane il Vice Presidente del patronato ha potuto anche verificare “l’esasperazione dei pensionati italiani per gli innumerevoli adempimenti burocratici a cui sono chiamati continuamente come, per esempio, la certificazione dell’esistenza in vita, la dichiarazione dei redditi con la compilazione dei formulari Red-Est, le richieste di restituzione di eventuali indebiti per le quattordicesime mensilità ed i CUD che non vengono più spediti per posta dall’INPS. Tutto questo, poi, per degli importi pensionistici irrisori”. Quello che, peraltro, ha dato “grande soddisfazione” al Vice Presidente dell’ITAL UIL è stato “l’unanime riconoscimento delle varie Comunità italiane, contattate in questo suo lungo viaggio australiano, del ruolo indispensabile svolto dai patronati per tutti questi loro bisogni che, a loro dire, difficilmente potrebbero essere soddisfatti dalla rete consolare italiana”. Ed a tale proposito Mario Castellengo cita con piacere un’affermazione di un anziano emigrato calabrese di Sidney per il quale “il patronato se non ci fosse andrebbe inventato, altrimenti sarebbe un dramma per gli emigrati!”.
Proprio per queste considerazioni il Vice Presidente del patronato ITAL UIL registra con stupore che il vice ministro degli Affari Esteri italiano, Bruno Archi, nella sua relazione alla recente assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, nell’elencare le problematiche degli emigrati italiani in materia pensionistica, non abbia mai citato la parola patronato”. Forse, conclude amaramente Mario Castellengo, “non sarebbe male se, ogni tanto, il Vice Ministro Archi e quanti dimenticano l’importante ruolo svolto dai patronati ne frequentassero le sale d’attesa per capire cosa significhino queste strutture per gli emigrati. Oppure che l’uno e gli altri si mettessero nei panni di coloro che all’estero si rivolgono quotidianamente a questi uffici che, spesso, sono per gli emigrati gli unici punti di riferimento di prossimità a cui rivolgersi e non solo per le questioni inerenti le pensioni ma anche per ogni altro loro bisogno come, per esempio, per quelle fiscali come il pagamento dell’IMU per i proprietari di un bene immobile in Italia. Un problema quest’ultimo che, in questo periodo, sta angosciando tantissime famiglie emigrate”.
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