Roma – L’Italia sulle orme del modello francese. Lunedì 11 giugno sapremo se il Pdl inserirà un emendamento alla riforma costituzionale che si muova in questo senso ma, nel frattempo, l’idea lanciata da Silvio Berlusconi sembra suscitare molti dubbi nel Pd, che pure era stato a lungo favorevole in passato a un cambiamento in questo senso, mentre applaude il Pdl.
“Non ho nulla contro il semipresidenzialismo francese – spiega il senatore democratico Claudio Micheloni – ma si tratta di una proposta fuori tempo massimo. Sembra una provocazione per affossare la riforma, sulla quale inizieremo a dibattere in aula già giovedì prossimo. I lavori in commissione sono stati già chiusi e, quindi, siamo assolutamente al di fuori dei tempi necessari. Non ho nulla contro la proposta – sottolinea nuovamente il senatore – ma è veramente troppo tardi”.
“Dobbiamo usare i mesi restanti per modificare la legge elettorale, attualmente troppo lontana dalle aspettative dei cittadini italiani – spiega il deputato Pd Fabio Porta -. In quest’ottica, la proposta di Berlusconi appare l’ennesimo tentativo di rimandare questa discussione per prendere tempo e sparigliare le carte. Dopo anni di discussione è difficile fidarsi di lui, esistono già delle proposte fatte a suo tempo e le stiamo valutando. Il Pd è il più determinato a cambiare la legge a condizione, però, che ci sia una buona fede”. “Non possiamo credere che questo sentimento venga da Berlusconi – conclude Porta – proprio ora che nel Pdl sono così spaventati dal voto, è lecito pensare che cerchino un diversivo per evitare la loro catastrofe”.
Si unisce alla fazione dei ‘sospettosi’anche il deputato democratico Marco Fedi, che spiega: “Mi sembra un’idea motivata dal tentativo di far fallire la riforma costituzionale, dopo che un comitato composto da esponenti di spicco ne ha già disegnato la possibile impalcatura”. “La riforma – prosegue Fedi – è già stata analizzata nei vari settori di competenza dei partiti e ha iniziato l’iter in commissione in Senato, il Pdl propone una riforma più radicale per mettere in discussione una proposta realmente fattibile. Un’ipotesti semipresidenziale non si può discutere con un semplice emendamento, bisogna trasformare la Costituzione e i tempi si allungherebbero”.
Ai dubbi degli eletti Pd controbatte il senatore Raffaele Fantetti, secondo il quale “si tratta di un’obiezione senza fondamento, i tempi necessari sono stati pensati con accortezza e ci sono, i francesi hanno introdotto la Quinta Repubblica in un periodo molto più breve”. Della stessa opinione anche il presidente del Movimento delle Libertà, Massimo Romagnoli, che si domanda: “Parliamoci chiaro, vogliamo risolvere il problema dell’Italia? Con il sistema attuale siamo bloccati, la proposta di Berlusconi è ponderata e giunge dopo masi di riflessione. È ciò che serve al nostro Paese poiché il modello francese è semplicemente una semplificazione per superare la burocrazia, basti pensare che chi viene eletto inizia a lavorare fin da subito, senza tutte le lungaggini che caratterizzano il sistema italiano”.
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