Nonostante abbia superato il suo picco e sia in lenta, ma costante diminuzione, l’influenza continua a bersagliare i piu’ piccoli. Tra i bambini sotto i cinque anni, infatti, secondo il bollettino del Sistema nazionale di sorveglianza dell’influenza Influnet, il tasso di incidenza e’ di 22,79 casi per mille assistiti, contro i 9,10 della popolazione generale. Un dato addebitabile in parte anche al crollo fino al 40% della vaccinazioni registrato quest’anno in ambito pediatrico. ‘Gia’ negli anni precedenti – spiega Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri – avevamo rilevato questa tendenza al calo, soprattutto dopo la campagna vaccinale per la pandemia influenzale H1N1, che non fu gestita bene. Ma quest’anno c’e’ stato un vero crollo rispetto all’anno scorso, che noi stimiamo essere del 20-40%, e in alcune aree anche superiore’. Il problema, secondo il pediatra, e’ che ‘l’influenza non viene percepita come una malattia che puo’ provocare delle complicazioni. Dobbiamo risalire la china – avverte – e far capire che e’ importante vaccinare i bambini, soprattutto quelli con patologie croniche, problemi respiratori e che vanno all’asilo’.
A livello generale, secondo i dati rilevati dalla rete Influnet nella settimana dal 18 al 24 febbraio, il tasso di incidenza rilevato e’ di 9,10 casi per mille assistiti (contro i 9,20 della precedente settimana), e circa 552mila i casi stimati, per un totale dall’inizio della sorveglianza di circa 4,4 milioni di casi. In tutte le fasce di eta’, rileva il bollettino, si osserva una diminuzione dell’incidenza dei casi di influenza, anche se di lieve entita’. Tra i 0-4 anni e’ stata di 22,79 casi per mille assistiti, tra i 5 e 14 anni di 17,43 casi, di 7,88 nella fascia 15-64 anni e di 2,71 negli over-65.
Marche, Calabria e Lazio sono le regioni piu’ colpite Ma se i pediatri insistono sulla necessita’ di vaccinare i piu’ piccoli, l’Unione Nazionale Consumatori chiede al ministero della Salute informazioni sui vaccini usati in Italia, dopo i dati diffusi dal Centro statunitense per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) che attestavano un’efficacia pari al 56%. ‘Secondo le autorita’ sanitarie – spiega Agostino Macri’, esperto in materia dell’associazione – l’efficacia dei vaccini impiegati negli Stati Uniti nell’ultima campagna e’ stata modesta nella popolazione ultra sessantacinquenne, il che fa sorgere qualche dubbio anche su quanto siano utili per gli anziani del nostro Paese. Abbiamo chiesto chiarimenti al ministero, anche per evitare che questi dati siano strumentalizzati nella prossima campagna antinfluenzale’.
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