Roma – Riformare il settore e, nel frattempo, convocare la Commissione adozioni internazionali e rivederne l’organizzazione. È il duplice obiettivo dichiarato dagli organizzatori del convegno ‘Adozioni internazionali, quale riforma?’ che si e’ svolto questa settimana al Senato, promosso dal senatore di Area Popolare Aldo Di Biagio, già depositario nel 2013 di una proposta di legge sulle adozioni internazionali, e dalla senatrice M5s Rosetta Enza Blundo, alla presenza del senatore Ap Carlo Giovanardi, in passato sottosegretario alla Famiglia, di Melita Cavallo, presidente del Tribunale Minori di Roma già presidente della Cai, e delle associazioni di settore come Arai Piemonte, Care, Forum Associazione Famiglie, Oltreladozione, Genitori si Diventa, Cifa e AiBi.
"Sono evidenti ed emblematiche le criticità che si stanno presentando in quest’ultimo periodo – ha dichiarato il senatore Di Biagio a ItaliaChiamaItalia a margine del convegno -, le adozioni si stanno riducendo e sono sempre più impegnative per le famiglie, che devono farsi carico dell’intero percorso e gestirlo da sole. Il tutto si lega a una gestione inadeguata del Cai, la Commissione adozioni internazionali che dovrebbe rappresentare l’organismo delegato della presidenza del Consiglio ma che si sta rivelando in questo momento incapace di dare risposte a famiglie e associazioni".
Uno scenario difficile, nel quale si inseriscono le ulteriori problematiche create dallo smantellamento della rete consolare e diplomatica, come già accaduto in parte a Santo Domingo. "La riduzione delle ambasciate può incidere se, da parte della diplomazia, non c’è la capacità di portare un contributo significativo a quello che noi riteniamo un fenomeno importante della società italiana". "Le ambasciate non hanno funzioni specifiche né potere decisionale nel settore – ha specificato ancora Di Biagio, ricordando che – tutto è stato delegato al Cai presieduto, attualmente, da un funzionario ed ex politico che sta mostrando una totale mancanza di capacità nel dare risposte alle famiglie e nel dialogare con il governo".
"Questo incontro vuole creare un momento di condivisione e approfondimento della disciplina attualmente vigente – aveva spiegato Di Biagio nel corso del convegno, introducendolo con i saluti iniziali – che tenga in considerazione i cambiamenti interni alla società. L’incontro di oggi rappresenta una cornice istituzionale all’interno della quale stimolare un nuovo e produttivo dibattito, per questo motivo sono state coinvolte le maggiori associazioni ed enti”.
“La mia stessa proposta di legge, che risale ormai al 2013, può essere rivista alla luce dei cambiamenti sociali intervenuti nel frattempo, purché rimanga inalterato il principio ispiratore, ossia snellire il sistema e renderlo meno oneroso per le famiglie. L’adozione non può più essere solamente un problema del nucleo familiare ma deve essere appoggiata dallo stato, soprattutto quando si parla di rapporti con altri paesi. Il mio augurio – ha concluso il senatore – è che questo incontro sia volano per una nuova realtà, che garantisca pieno rispetto per le famiglie e una totale tutela dei bambini abbandonati”.
“Quello delle adozioni internazionali è un tema rilevante, che riguarda i minori e il diritto a crescere in una famiglia felice e idonea – ha dichiarato la senatrice Blundo -, una battaglia che richiede uno sforzo comune di politica e associazioni”. “Le adozioni internazionali presentano molte criticità che derivano da una burocrazia intrecciata tra i vari stati e spesso le famiglie vengono scoraggiate. Il problema della crisi economica, dell’incertezza lavorativa e della compressione della disponibilità monetaria posso causare in parte la diminuzione delle adozioni ma questo calo è dovuto, in gran parte, alle difficoltà del percorso che bisogna affrontare”.
“Oggi ci troviamo di fronte un calo del 27 per cento, mentre aumentano a dismisura i bambini bisognosi di adozione. Bisogna avanzare anche una riflessione sulla posizione della presidente Della Monica – ha aggiunto la senatrice Blundo riferendosi alla presidente della Commissione Adozioni Internazionali -, un’ex parlamentare che, al tempo stesso, è anche vicepresidente della Cai, un accentramento delle cariche che mal si concilia con il metodo della condivisione che noi vogliamo venga messo in atto al più presto. Se ci fossero due cariche ci sarebbe più confronto e, comunque, la Cai è stata convocata solo una volta quindi non si sa nulla dei suoi progetti e non si capisce l’atteggiamento del governo e questa gestione molto chiusa e personalistica. Ci auguriamo che l’incontro di oggi sia foriero di un atteggiamento molto diverso”.
Sulla stessa linea anche il senatore Giovanardi, che non ha usato giri di parole sulla questione della Cai. “Se c’è una legge che dice che la Commissione adozioni internazionali è formata da un presidente che ne rappresenti la linea politica e da un vicepresidente con funzioni del tutto diverse e più tecniche, bisogna applicarla. Poi sta al Parlamento deliberare e ratificare le decisioni prese in Commissione”. “In un anno e mezzo, invece, nessuno ha mai fatto presente le proposte della Cai, quindi dubitiamo che ve ne siano. La riforma è importante – ha concluso Giovanardi rispondendo all’invito di Di Biagio – ma, nel frattempo, facciamo in maniera tale che si rispettino le regole attualmente presenti”.
Un ultimo allarme è stato poi lanciato dalla presidente del tribunale dei Minori di Roma, Melita Cavallo. "La crisi ha inciso sui cali, ma non è l’unico problema. Voglio segnalare – ha spiegato Cavallo – che stanno arrivando in Italia moltissimi bambini da adottare con grossi problemi di salute, problemi li accompagneranno per tutta la vita ma dei quali non si sapeva nulla e anche le associazione che ne hanno curato il percorso adottivo dicno di non saperne nulla. Quando ho presieduto la Cai – ha concluso la presidente – l’ho fatto collaborando con le associazioni mentre ora c’è una chiusura verso l’esterno e una sfiducia totale negli enti da parte della commissione".
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