Fedi e La Marca (Pd), “no a riduzione numero Comites”

“Gli InterComites di Stati Uniti ed Australia hanno espresso durissime critiche verso questo orientamento che auspichiamo non risulti prevalente nel CGIE”

“Non seguiamo i percorsi del passato e non commettiamo analoghi errori. In assenza di una vera riforma, che riveda ruolo, competenze, composizione e natura degli organismi di rappresentanza, un semplice aumento della base di iscritti AIRE per la costituzione di un Comites rappresenterebbe unicamente un ennesimo esercizio punitivo nei confronti dei Paesi anglofoni extra-Europei, già penalizzati dalla forte riduzione di componenti nel CGIE”. Così Marco Fedi e Francesca La Marca sulla riforma di Comites e Cgie all’esame del Consiglio generale.

“Gli InterComites di Stati Uniti ed Australia, a cui si è sommata la voce della Nuova Zelanda, – ricordano i due parlamentari Pd – in appositi ordini del giorno votati all’unanimità ed in recenti comunicati, hanno espresso durissime critiche verso questo orientamento che auspichiamo non risulti prevalente nel CGIE che nella prossima plenaria affronterà questo tema. Ribadiamo che il tema di una riforma rimane prioritario, ma una riforma “minimalista”, che cioè modifichi solo alcuni aspetti dell’attuale impianto normativo, non può e non deve ridurre la qualità della rappresentanza, bensì deve garantire il giusto equilibrio tra le aree continentali, soprattutto quelle dove distanze ed ampiezza territoriale, storicamente, determinano esigenze diverse, sia nei servizi che nella rappresentanza comunitaria e politica”.

“Su questi temi – concludono Fedi e La Marca – ci uniamo alle posizioni espresse dai Comites e dal CGIE dell’area anglofona e siamo pronti pubblicamente e nelle aule parlamentari a condurre ogni necessaria azione politica tesa alla modifica di queste scelte”.