Al terzo tentativo ce l’ha fatta, abbattendo un primo tabu’: Park Geun-hye, la ‘Lady di ferro’ figlia del controverso dittatore Park Chung-hee, sara’ la prima candidata (non sposata) di un grande partito a correre per la Cheong Wa Dae, la sede presidenziale della Corea del Sud, vantando concrete possibilita’ di successo. Una vera rivoluzione per una societa’ dalla solida influenza confuciana dove le donne languono in fondo alle statistiche dell’Ocse sulla parita’ dei sessi, percependo a mansioni identiche salari inferiori di oltre il 34% rispetto agli uomini. Park ha stravinto primarie del Saenuri Party e leadership del blocco conservatore per il voto presidenziale del 19 dicembre, spazzando via i concorrenti con l’84% dei consensi, un record nella storia del partito incapace di opporre una candidatura forte come nel 2007 con l’attuale presidente Lee Myung-bak.
Sorridente, con una camicia blu e pantaloni neri, Park, 60 anni, ha tradito un momento di commozione quando tra le note del tema musicale di ‘Momenti di gloria’, un richiamo ai successi sudcoreani alle Olimpiadi di Londra, e’ salita sul palco per la fase clou del congresso tenutosi alle porte di Seul. Ha detto di volere ‘un Paese dove nessuno e’ lasciato indietro’, dove ‘le Pmi e le grandi le aziende possano coesistere: faremo in modo che alle persone deboli sia data una giusta opportunita’.
Tra una standing ovation e l’altra, la ‘Lady di ferro’, nota per il ‘thatcherismo liberista alla coreana’ ha corretto il tiro alle primarie 2012, optando per la svolta ‘alla Angela Merkel’, cavalcando il divario tra ricchi e poveri e la lotta al potere dei conglomerati industriali (‘chaebol’), come Hyundai e Samsung (che vale il 20% dell’export sudcoreano), uno Stato nello Stato. I sondaggi sono favorevoli: almeno il 15% di vantaggio sull’ indipendente Ahn Cheol-soo, imprenditore di software e professore popolare tra i giovanissimi, e su Moon Jae-in, capo della segreteria dell’ex presidente Roh Moo-hyun, il favorito delle primarie di settembre del Democratic United Party (Dup).
L’insidia piu’ grande e’ il suo passato e la figura del padre (sempre difeso) salito al potere nel 1961 con un colpo di Stato e presidente dal 1963 fino all’uccisione del 1979: per molti e’ l’autore della rinascita coreana dalle ceneri della guerra del 1950-53, per molti altri e’ la faccia feroce delle persecuzioni contro gli oppositori, come Kim Dae-jung, ex presidente e premio Nobel per la Pace, promotore dell’apertura verso la Corea del Nord. ‘Non tollerero’ azioni che danneggino la nostra sovranita’ e minaccino la nostra sicurezza’, ha chiarito Park nel discorso d’investitura sui rapporti con i vicini, a partire da Pyongyang, cui ha promesso aiuti ‘solo di fronte a passi concreti’.
Per la mente dei successi elettorali del Saenuri, inclusa la rimonta clamorosa alle politiche di febbraio, la Cheong Wa Dae sarebbe un ritorno al potere e alla fonte di grandi dolori: vi e’ entrata all’eta’ di 9 anni con il colpo di Stato e vi e’ uscita nel 1979 dopo l’assassinio del padre, con gli ultimi 5 anni da ‘first lady’ a seguito dell’omicidio della madre.
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