La Bce vuole attendere il via libera della Corte Costituzionale tedesca prima di alzare il velo sul piano anti spread di acquisti dei titoli di Stato dei Paesi in difficolta’, mentre ancora discute sui dettagli dell’operazione che potrebbe prevedere non un tetto massimo dei rendimenti ma una banda di oscillazione oltre la quale intervenire. La decisione dei giudici ‘in rosso’ di Karlsruhe arrivera’ il 12 settembre e cosi’, secondo quanto rilevano alcune fonti alla Bloomberg, dopo il board del 6 settembre all’Eurotower non verranno rivelati i dettagli nella consueta conferenza stampa di Draghi. Probabile pero’ che a quel punto i comitati tecnici dell’istituto centrale abbiano messo a punto i dettagli e che quindi una decisione verra’ presa nell’eurogruppo prima dell’ecofin previsto il fine settimana successivo (14 e 15) a Cipro. A quel punto la Spagna potrebbe decidere se varcare o meno il Rubicone e richiedere ufficialmente gli aiuti firmando il memorandum e le ‘strette condizioni’ richieste dalla Bce. Madrid e Commissione UE insistono che trattative al momento non ci sono. Il governo di Mariano Rajoy ripete che bisogna vedere prima i dettagli per evitare paletti troppo rigidi in un Paese gia’ alle prese con un pesante risanamento.
Nei giorni scorsi la Bce aveva ufficialmente smentito il quotidiano Spiegel che aveva parlato della fissazione di un tetto ai titoli di Stato oltre il quale scatterebbe l’intervento Bce. Un’ipotesi giudicata troppo rigida da alcuni osservatori e che ora alcune fonti citate dalla Reuters correggono in una ‘banda di oscillazione’ che l’Eurotower potrebbe fissare, una soluzione certamente piu’ flessibile e che lascerebbe meno spazio a movimenti speculatori. Il mercato infatti sta attendendo i dettagli prima di prendere massicciamente posizione, ma primi segnali positivi si sono visti dal calo degli spread e dalle dichiarazioni di molti investitori e fondi in tal senso. In ogni caso infatti la Bce si muove sempre piu’ verso una svolta della sua azione, e si parla oramai apertamente di interventi, quali appunto gli acquisti di titoli di Stato, fino a qualche mese fa impensabili: certo si tratta di interventi per mantenere la stabilita’ dell’euro in attesa dell’integrazione fiscale e politica e non per finanziare i debiti degli Stati, e la Germania continuera’ a vigilare, ma oramai il passo e’ irreversibile.
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