Scorre sangue puro nelle vene di quest’uomo, rosso isolano, siculo doc. Un “cavallo di razza” e d’altri tempi. Suo padre era Salvatore Pacino, figlio di emigrati messinesi e sua madre, Rosa Gelardi, figlia di emigrati corleonesi. Che dire se non “viva l’Italia nel mondo”. Un mese, questo di Aprile, a lui caro, e per noi, appassionati del suo inconfondibile stile recitativo, altrettanto importante.
75 anni fa, in quel di New York (Manhattan), il giorno 25, nasceva proprio lui, il più grande attore Italo-americano che abbia mai cavalcato le scene dei teatri e dei set cinematografici. Per chi ha seguito nel corso della sua lunga e intensa carriera la filmografia di questo “genio” del grande schermo, non può non portargli omaggio e rispetto. All’anagrafe è Alfredo James Pacino ma tutti lo conoscono come “Al”.
Lui è Frank Serpico, è Tony Montana, è il Tenente Colonnello Frank Slade, è Carlito Brigante, è Vincent Hanna, è John Milton e soprattutto lo strepitoso Michael Corleone nella saga de “Il Padrino”. Ci è particolarmente cara anche la sua voce, quella del compianto Ferruccio Amendola, che lo ha accompagnato per gran parte dei suoi capolavori, qui, nello Stivale del Mediterraneo.
Movenze, carattere e caparbietà, rendono questo eccezionale artista uno dei migliori della sua generazione e tra i più amati del Novecento. Proviene dall’Actors Studio, come il suo solidale amico Robert De Niro, ed è li che impara la professione meglio di chiunque altro. E’ profondamente appassionato del letterato inglese William Shakespeare, a cui dedica molti lavori teatrali e l’ingegnoso docu-dramma su Riccardo III.
Sa immedesimarsi perfettamente nel ruolo del narcotrafficante colombiano, del folle ufficiale non vedente in pensione e del Padrino siculo-newyorkese che si divide con sofferenza tra famiglia e business. Regista, produttore, sceneggiatore ma soprattutto protagonista di quasi 50 film. Fa incetta di premi, con 8 nomination agli Oscar, uno dei quali vinto nel 1993 con Scent of a Woman e dozzine tra Golden Globe, Emmy Award, BAFTA Award e altri importanti riconoscimenti internazionali.
Una carriera ricca di successi e nel privato un’esistenza costellata da relazioni d’amore e vicende un po’ in “chiaroscuro” che, considerato il calibro del personaggio, sono state ampiamente diffuse da gran parte dei mass media d’America. Ha lavorato al fianco di quasi tutti i più importanti colleghi di Hollywood, dai suoi coetanei ai più giovanissimi e con i “giganti” della macchina da presa quali Francis Ford Coppola, Brian De Palma, Michael Mann e Oliver Stone. “Mi sento più vivo in un teatro che in qualunque altro posto, ma quello che faccio in teatro l’ho preso sulla strada”: questa l’interessante affermazione di Pacino che è poi la chiave di lettura non solo del personaggio e dell’uomo ma anche del suo inconfondibile modo d’essere; nella vita così come nella settima arte.
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